Bankitalia scende in campo sul caso del bancario spione di Intesa Sanpaolo, che avrebbe controllato decine di conti correnti di politici e altre personalità note dello sport e dello spettacolo. Secondo fonti dell’istituto, citati dalla stampa italiana, Banca d’Italia avrebbe chiesto alla banca “di fornire chiarimenti sull’accaduto e sulle iniziative che intende intraprendere a riguardo”. Non è dunque escluso che per Intesa Sanpaolo ci possano essere sanzioni.
La vicenda
Ma facciamo un passo indietro, ripercorrendo le tappe principali della vicenda, emersa qualche giorno fa sui media nazionali, ma che di fatto risale agli anni scorsi. Il protagonista è Vincenzo Coviello, 52 anni, ex dipendente della filiale di Bitonto (Bari) di Intesa San Paolo, licenziato lo scorso agosto dopo un procedimento disciplinare dopo la scoperta delle intrusioni.
Secondo l’inchiesta portata avanti dalla procura di Bari, l’ex impiegato della banca, tra il 2022 e l’aprile 2024, avrebbe spiato conti correnti e movimenti delle carte di credito di una trentina di politici, tra cui la premier Giorgia Meloni e sua sorella Arianna, ma non solo. Nel radar dell’ex impiegato di Intesa, sarebbero finiti ministri, magistrati e altri personaggi noti dello sport e dello spettacolo.
Complessivamente si parla di 6.600 accessi abusivi che hanno riguardato circa 3.500 clienti, tra cui anche soggetti interni alla banca in posizioni apicali e manager, ma anche persone fisiche e giuridiche legate alla sfera personale di Coviello. In molti casi, spiegano fonti accreditate riportate dai media, si tratta di accessi avvenuti una sola volta e con un tempo di accesso e consultazione al massimo qualche minuto.
I dubbi sul movente
Al centro delle indagini resta il movente dell’ex bancario, ora indagato per accesso abusivo ai sistemi informatici e tentato procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato.
Se Coviello dice aver girato per mera curiosità personale, resta il dubbio che dietro ci siano dei mandanti. Quello che agli inquirenti non torna è l’estrema facilità con cui un dipendente di medio livello abbia avuto accesso ai conti. Ciò lascia pensare – secondo le prime indagini – che l’ex impiegato della banca agiva “verosimilmente in concorso e previo concerto con persona/e da identificare” considerati presumibilmente “mandante/i degli accessi abusivi”. A questo punto, saranno le indagini ad accertare se il bancario dice la verità o se sono validi i sospetti degli investigatori.
La difesa di Intesa San Paolo
Il caso dell’ex bancario spione solleva intanto molti interrogativi sullo stato della sicurezza interna alla banca. Tanto che ieri, come anticipato, Banca d’Italia ha chiesto a Intesa “di fornire chiarimenti sull’accaduto e sulle iniziative che intende intraprendere al riguardo”.
Da parte sua, Intesa Sanpaolo si scusa e assicura:
“Quanto avvenuto non dovrà più accadere” affermando che “non c’è stato alcun problema di sicurezza informatica” rispetto alla quale la banca si “colloca nelle migliori posizioni internazionali”. “Un dipendente infedele della nostra banca, con un comportamento che ha gravemente violato le norme, i regolamenti e le procedure interne, ha consultato dati e informazioni riguardanti alcuni clienti in modo ingiustificato” – aggiunge – “Il sistema interno di controlli lo ha individuato, abbiamo inviato notifica al Garante della Privacy, abbiamo licenziato il dipendente infedele e abbiamo sporto denuncia come parte lesa”.