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Bankitalia sulla manovra: “la spending review non basta “

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ROMA (WSI) – “Nel 2015 i risparmi di spesa indicati come valore massimo ottenibile dalla spending review non sarebbero sufficienti, da soli, a conseguire gli obiettivi programmatici, qualora dovessero finanziare lo sgravio dell`Irpef, evitare l`aumento di entrate appena menzionato e dare anche copertura agli esborsi connessi con programmi esistenti non inclusi nella legislazione vigente”. E’ quanto ha detto il vice direttore generale della Banca d’Italia, Luigi Federico Signorini, in audizione alla Camera sul Def.

“L’equilibrio finanziario non si deve perseguire con strategie miopi”. Lo ha affermato il vice direttore generale della Banca d’Italia, Luigi Federico Signorini, in audizione alla Camera sul Def, sottolineando che la possibilità di ridurre il peso del debito sul Pil non dipende solo da una gestione prudente delle finanze ma anche dalla capacità di crescita dell’economia. I due obiettivi devono essere inscindibili”.

“Le procedure europee – ha aggiunto – consentono alcuni margini di flessibilità che possono essere sfruttati, in accordo con le autorità europee, a patto di avere al tempo stesso una strategia di riforme credibili e una bussola certa per le decisioni sulla finanza pubblica”.

Le misure di riduzione dell`Irpef sui lavoratori dipendenti “verranno definite nei prossimi giorni con un apposito decreto. Nel metterle a punto, occorre modularle in rapporto al reddito in modo da evitare che l`operare congiunto di agevolazioni decrescenti e aliquote dell`Irpef crescenti produca aliquote marginali effettive troppo penalizzanti per certe fasce di lavoratori, disincentivando l`offerta di lavoro”. E’ quanto ha detto il vice direttore generale della Banca d’Italia, Luigi Federico Signorini, in audizione alla Camera sul Def, sottolineando che “non si può prescindere dalle compatibilità di bilancio”.

“Assicurare la sostenibilità del debito pubblico resta necessario”. Lo ha affermato il vice direttore generale della Banca d’Italia, Luigi Federico Signorini, in audizione alla Camera sul Def, spiegando che “essa non solo ci è imposta dall’obbligo di rispettare le regole che ci siamo dati in Europa, né solo dalla preoccupazione per quanto imprescindibile, di conservare la fiducia dei mercati, conquistata con tanto sacrificio”. Secondo Signorini “è un requisito fondamentale della buona e prudente amministrazione della cosa pubblica”.

PIANO PRIVATIZZAZIONI AMBIZIOSO

Gli obiettivi del programma di privatizzazioni fissati nel Def sono ambiziosi e richiedono un “rapido e deciso” piano di dismissioni. E’ quanto ha detto il vice direttore generale della Banca d’Italia, Luigi Federico Signorini, in audizione alla Camera sul Def.

“La contrazione nel rapporto fra debito e Pil – ha affermato – beneficerebbe dell`esaurirsi del programma di rimborso dei debiti commerciali e dei proventi attesi dalle privatizzazioni, circa 0,7 punti di Pil in ciascun anno tra il 2014 e il 2017; il precedente esecutivo puntava a realizzare cessioni per 0,5 punti di prodotto all`anno. È un obiettivo ambizioso (nell`ultimo decennio gli importi da dismissioni mobiliari sono stati pari a circa 0,2 punti di Pil in media all`anno); richiede un rapido e deciso programma di dismissioni. Il valore delle partecipazioni azionarie dirette delle amministrazioni pubbliche in società quotate è oggi stimabile in circa un punto percentuale del Pil”.

Il 2014 “si è aperto con un quadro macroeconomico in lento miglioramento e con primi segnali di ripresa della domanda interna: consumi, investimenti”. Lo ha affermato il vice direttore generale della Banca d’Italia, Luigi Federico Signorini, nel corso di un’audizione sul Def alla Camera, sottolineando che “la ripresa resta fragile”.

ISTAT: 4,8 MILIONI DI POVERI NEl 2012

La quota di persone in famiglie assolutamente povere è passata dal 5,7% del 2007 all’8% nel 2012 per un totale di 4,814 milioni di persone: si tratta di 1,725 milioni di famiglie, il 6,8% del totale. Lo ha riferito il presidente dell’Istat, Antonio Golini, nel corso di un’audizione sul Def alla Camera, aggiungendo che “l’aumento ha interessato tutto il territorio e ha coinvolto soprattutto le famiglie più numerose, in particolare quelle composte da coppie con tre o più figli (dal 10,4% al 16,2%), specie se minori (dal 10,9% al 17,1%)”.

Un quarto delle famiglie con a capo una persona in cerca di occupazione, ha proseguito Golini, “è in povertà assoluta, con un aumento di 8 punti rispetto al 2011. La povertà assoluta è aumentata, oltre che tra le famiglie di operai (dal 7,5% al 9,4%) e di lavoratori in proprio (dal 4,2% al 6%), anche tra gli impiegati e i dirigenti (dall`1,3% al 2,6%)”.

Mel perido 2007-2013 emerge una forte diminuzione del potere d’acquisto delle famiglie pari al 10,4% nell’intero periodo, con un crollo nel 2012 (-4,7%) e un’ulteriore diminuzione (-1,1%) nel 2013″. E’ quanto ha affermato il presidente dell’Istat, Antonio Golini, in un’audizione sul Def alla Camera.

(TMNews)