ROMA (WSI) – “Se il prezzo del petrolio a 60 dollari persisterà, potrà essere una notizia più che buona, che vale lo 0,5% di crescita in più. E con l’aria che tira è molto importante”. Così, lo scorso 18 dicembre, il ministro dell’economia Pier Carlo Padoan si era espresso riguardo al tonfo dei prezzi del petrolio, prima che le quotazioni scendessero anche al di sotto della soglia dei $50.
Per ora l’ottimismo di Padoan non si riflette nell’umore di milioni di italiani che fanno benzina, che hanno ricevuto invece una doccia fredda che si farà sentire molto bene anche nei giorni successivi.
Stando a quanto riporta Quotidiano Energia, Eni e Tamoil hanno aumentato infatti i prezzi di 2 centesimi al litro, Ip e Shell di 2,5 centesimi, TotalErg di 1 cent, Q8 di 3 cent e la Esso di 1,5 la verde e 1 cent il diesel.
Ora, è vero che negli ultimi giorni si è assistito a un recupero sia dei futures scambiati a New York che del Brent. Ma da notare che l’adeguamento dei prezzi della benzina al RIALZO dei prezzi del petrolio è stato quasi automatico, mentre l’allineamento al RIBASSO era avvenuto solo dopo qualche settimana.
Il risultato è che, con gli aumenti dei prezzi dei carburanti, le medie nazionali sono salite, con alcune compagnie che hanno alzato i prezzi sopra gli 1,6 euro al litro per la benzina al servito e il gasolio che ha superato 1,5 euro su tutti i listini. (Lna)