ROMA (WSI) – In un contesto di tassi negativi, di guerra al contante da parte delle banche, di controlli di capitali poi diventati in quest’ultimo caso realtà a Cipro e in Grecia , che mezzi hanno i comuni correntisti per tutelarsi? Il diritto di ritirare i propri depositi dalla propria banca esiste ancora?
Un’analisi della divisione di ricerca di HSBC guidata da Stephen Major, rassicura le banche sul rischio della corsa agli sportelli e di fuga dai depositi sottolineando come, almeno negli Stati Uniti, ci vorrebbero anni per riuscire a riavere indietro i risparmi depositati nei conti bancari. Per Major, i tempi sarebbero così lunghi, che alla fine le banche non correrebbero grandi rischi.
Ecco quanto segnala HSBC:
“A nostro avviso, l’assunto secondo cui i depositi bancari possano essere convertiti rapidamente in contanti, non regge”. E questo perchè, “semplicemente, non ci sono sufficienti banconote in circolazione”.
Di fatto:
“Sarebbe necessario molto tempo per stampare le valute necessarie a soddisfare la domanda. Una banca centrale potrebbe applicare dunque tassi negativi per un periodo considerevole, in queste condizioni. Per esempio, negli Stati Uniti, anche se il ritmo di produzione raddoppiasse – presupponendo che il ritmo di ritiro delle vecche banconote rimanesse invariato e che ci fosse una domanda di 3 trilioni di dollari di nuove banconote – il tempo necessario per stampare nuova moneta sarebbe di 20 anni”.
Ancora:
“Per spiegare tale situazione, consideriamo la domanda di nuova moneta, nel caso in cui i risparmiatori decidessero di ritirare i loro soldi dal sistema bancario Usa. La domanda potrebbe essere di un ammontare compreso tra $2,5 trilioni (di riserve in eccesso) e di $4,5 trilioni (corrispondenti al bilancio totale della Fed. Al momento, la moneta in circolazione è di $1,5 trilioni, a fronte di una produzione totale su base annua che ha un valore nominale di $149 miliardi (dato 2014). Ciò implica che sarebbero necessari 20 anni per stampare il contante (necessario). La moneta in circolazione è insomma ridotta, se paragonata alla domanda potenziale che si scatenerebbe in un contesto di tassi negativi (applicati dalle banche ai correntisti)”.
E gli Stati Uniti non sarebbero certo gli unici a imbattersi in tempi lunghi e difficoltà per convertire le riserve in contanti. La tabella di cui sotto è più che eloquente.(Immagine: HSBC, National Central Banks)
Certo, si potrebbe ribattere che è improbabile che in uno stesso momento tutti i cittadini di un sistema monetario decidano di correre agli sportelli, per prelevare tutti i risparmi.
O forse no, se si considera che alla fine i correntisti potrebbero averne abbastanza, e decidere di far valere i loro diritti. In Grecia è già accaduto, tanto che la foto di questo articolo mostra una foto che rimarrà molto probabilmente nei libri di storia.
Thessaloniki, 3 luglio, 2015:  Giorgos Chatzifotiadis, l’uomo al centro della foto, accusa un malore e viene aiutato da un dipendente e da un poliziotto davanti a una banca, dove diversi pensionati fanno la fila nella speranza di ricevere le loro pensioni, su cui è stato fissato un limite di 120 euro.
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