Economia

Battere l’inflazione con il certificato a cedole settimanali

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Vincere nella lotta all’aumento dei prezzi è la sfida attuale più dura e seria non solo per le banche centrali, ma anche per gli investitori. Una soluzione, da poco lanciata sul mercato da Leonteq, potrebbero essere i nuovi certificati a cedola settimanale. A evidenziarlo è un’analisi del Corriere della Sera.

Il prodotto anti-inflazione

In particolare, i nuovi certificati targati Leonteq puntano a sconfiggere l’inflazione basandosi su un sistema tradizionale. Questi certificati di investimento hanno un funzionamento simile a quello dei tradizionali “autocallable” (possibilità di rimborso anticipato) con cedole mensili o trimestrali, con la particolarità e il vantaggio di poter incassare però dei premi con cadenza settimanale. Altra caratteristica chiave è quella legata all'”effetto memoria”, che permette di recuperare le cedole non incassata quando si verificano determinate condizioni. Guardando a un esempio concreto, uno dei prodotti Leonteq di questa tipologia, ha come sottostante le azioni di Goldman Sachs, Intesa Sanpaolo e Unicredit (Isin CH1257341615) e paga cedole settimanali dello 0,3%, per un rendimento complessivo che può arrivare fino al 15,6% annuo. Mica male come rendimento, quasi il doppio dell’inflazione media dell’Italia che nel 2o22 dei record sugli aumenti dei prezzi si è attestato in media sull’8,1%.

Ecco come funziona

Vediamo più nel dettaglio come funzionano questo genere di certificati. Con un valore nominale del prodotto di 1000 euro, si possono incassare 3 euro su base settimanale se i sottostanti si trovano sopra le rispettive barriere, che salgono a oltre 12 euro su base mensile e 156 euro annui. Le barriere sono “easy”, collocate al 60% dei prezzi di osservazione iniziale: le cedole, quindi, vengono pagate a condizione che nessuno dei tre titoli abbia perso oltre il 40% dai prezzi iniziali. A scadenza, qualora non venisse attivata l’opzione “autocallable”, l’investitore avrà la possibilità di ottenere il rimborso del capitale e il pagamento dell’ultima cedola settimanale, più ogni altro coupon precedentemente non staccato, a patto che i sottostanti siano rimasti sopra il 60% dei prezzi iniziali. In caso contrario, si otterrà un rimborso pari al valore nominale decurtato della perdita percentuale più alta fatta registrare dai tre titoli bancari sottostanti. La durata massima è di tre anni e il certificato è negoziabile su Borsa italiana.

Insomma, battere l’inflazione è possibile. I certificati a cedole settimanali rappresentano una prova concreta in tal senso. D’altronde riuscire a “vincere” la sfida su base annua con l’aumento dei prezzi dovrebbe essere l’obiettivo di ogni risparmiatore, che non vuol vedere eroso neanche in minima parte il suo potere d’acquisto.