Economia

BCE avanti piano nei tagli, pesa anche spauracchio Trump

La BCE adotterà un approccio cauto nel taglio dei tassi, per via dei potenziali scossoni politici, Presidenziali Usa in primo luogo, che aprono una miriade di rischi per il ritorno dell’inflazione al 2%. Lo evidenzia l’ultimo sondaggio Bloomberg condotto tra un gruppo di analisti, in vista del meeting del prossimo 18 luglio.

BCE in pausa a luglio

Dopo la riduzione iniziale di un quarto di punto di giugno, gli intervistati si aspettano che i funzionari si prendano una pausa durante la riunione della prossima settimana, in calendario martedì 18 luglio. Si prevede che i tagli riprenderanno a settembre, con cadenza trimestrale, fino a quando il tasso di deposito non raggiungerà il 2,5% un anno dopo.

La graduale inversione di rotta di una stretta monetaria senza precedenti riflette, secondo gli esperti, la crescente difficoltà nel valutare le insidie economiche che si prospettano per la zona euro. Senza considerare che le pressioni inflazionistiche rimangono forti e la ripresa, dopo mesi di stagnazione, potrebbe già essere in via di esaurimento.

Il pericolo Trump

Nel frattempo, le elezioni – soprattutto oltreoceano – stanno costringendo gli investitori a ripensare a tutto, dalla spesa pubblica al commercio. Gli analisti considerano il voto presidenziale di novembre negli Stati Uniti, e la minaccia di un altro mandato per Donald Trump, come il più grande pericolo per l’economia della regione, mentre le turbolenze in Francia hanno riportato alla memoria la crisi del debito sovrano europeo dello scorso decennio.

Di fronte a tale incertezza, i funzionari guidati dal Presidente Christine Lagarde non si sono impegnati a definire un percorso per i tassi, ma si sono impegnati a decidere in base ai dati che arriveranno. Il capo economista Philip Lane è tra coloro che affermano che luglio rappresenta un’opportunità per fare il punto della situazione.

C’è chi scommette su un solo taglio nel 2024

Analaga cautela è venuta fuori da un sondaggio condotto da Reuters tra un gruppo di economisti: la maggior parte si aspetta che la Banca Centrale Europea taglierà il costo del denaro altre due volte quest’anno, a settembre e a dicembre, anche se c’è chi non esclude un solo ulteriore taglio entro la fine dell’anno.

Vale la pena ricordare che, dopo il taglio dei tassi di giugno, ampiamente previsto, diversi membri del Consiglio direttivo, tra cui Lagarde, hanno dichiarato di non avere fretta di abbassare ulteriormente il costo del denaro, dato che la componente cruciale dell’inflazione legata ai servizi continua a rimanere alta. Questo, insieme al basso tasso di disoccupazione e all’elevata crescita dei salari, ha sollevato alcuni dubbi sulle mosse future.

Tornando al sondaggio Reuters, mentre tutti gli 85 economisti sentiti dal 4-11 luglio hanno previsto che la BCE manterrà invariati i tassi di interesse il 18 luglio, oltre l’80%, ovvero 69 su 85, si aspettano che la BCE tagli il tasso di deposito altre due volte quest’anno, a settembre e a dicembre, portandolo al 3,25%. Mentre 11 mettono in conto solo un’altra riduzione quest’anno, quattro prevedono altri tre tagli.

“Riteniamo che l’inflazione sia più stabile di quanto previsto dai modelli della BCE. Ciò significa che Francoforte tenderà a tagliare i tassi gradualmente, a meno che le sue previsioni non cambino sostanzialmente o che i dati reali non mettano in dubbio le prospettive economiche”, ha dichiarato all’agenzia stampa Bas van Geffen, senior macro strategist di Rabobank.