MILANO (WSI) – Bancari sotto pressione in Borsa dopo che sono iniziate a circolare indiscrezioni stampa circa un irrigidimento delle norme in materia di cuscinetti di capitale.
Secondo le ultime indiscrezioni la Bce chiederà agli istituti europei di avere livelli differenziati di capitale mediamente più alti rispetto ai minimi standard richiesti finora. Le regole di Basilea III chiedono un Common Equity Tier1 del 7%.
Pare che l’istituto centrale di Francoforte abbia reso noti i nuovi livelli alle singole banche una per una in via riservata con una lettera. Il livello medio salirebbe così al 10,5%, ma varia per ogni singolo istituto di credito.
Le fonti di stampa riportano i livelli richiesti a Ubi Banca (9,6%) e a Mps (14,3%) che potrebbero risultare gli estremi del range all’interno del quale sono compresi i livelli richiesti alle altre banche. In Italia la media sarebbe dell’11%, di poco sopra quella europea. Mps ha confermato la cifra del 14,3% e darà una risposta il 16 gennaio.
In Italia, per gli analisti le banche al sicuro sarebbero Intesa Sanpaolo, BP, BPM e Carige, ma le altre sono a rischio. In particolare non è ben chiara la situazione di MPS.
La richiesta di un Common Equity Tier1 pari al doppio degli standard (14%) “evidenzierebbe un deficit ulteriore di 1,6 miliardi di euro anche dopo l’aumento di capitale da 2,5 miliardi previsto quest’anno”, fa sapere Equita in una nota.
Se oggi le indiscrezioni legate alle prossime azioni della Bce mettono in difficoltà i mercati, ieri è accaduto proprio il contrario. Draghi ha accennato alla possibilità di acquistare titoli di stato, solidificando l’ipotesi che un Quantiative easing è alle porte in Europa.
Secondo la maggior parte degli analisti, tuttavia, bisognerà aspettare marzo, perché in gennaio la Bce preferirà sicuramente attendere di conoscere l’esito delle elezioni in Grecia e delle successive trattative sul debito pubblico ellenico.
(DaC)