New York – La decisione della Banca Centrale Europea di comprare titoli di stato italiani e spagnoli sul mercato seconda segna un passaggio importante, una svolta verso quel tipo di unione fiscale della moneta unica a cui la Germania si e’ sempre opposta con forza.
Ma secondo investitori ed economisti sono proprio i legami fiscali piu’ stretti e un incremento dei trasferimenti di denaro verso gli anelli deboli della catena dell’area euro, quelle misure in grado di scongiurare un contagio della crisi del debito sovrano.
Una tornata di acquisti di debito italiano e spagnolo che secondo le stime di Royal Bank of Scotland potrebbero alla fine raggiungere gli 850 miliardi di euro ($1.200 miliardi) e minacciare la stabilita’ politica dell’Ue. Cosi’ si scoraggia inoltre la rigiditia’ in materia fiscale, uno dei principi cardini stabili al momento della nascita dell’euro.
“E’ un intervento ad alto rischio che non sara’ facile mettere in atto”, dice in una nota Jacque Cailloux, chief European economist di RBS, aggiungendo che cosi’ si rischia una crisi politica insanabile”.
“Con ogni probabilita’ e’ proprio quell’intervento necessario e doloroso indispensabile per aprire la strada alla creazione di uno strumento di debito comune, il quid pro quo e’ che cosi’ facendo si perde la sovranita’ fiscale”.