Economia

Bce conferma tassi, Lagarde: “No discussioni su Pepp, riserve e tagli”

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Come previsto, la Bce ha mantenuto i tassi invariati nella riunione odierna, dopo l’ultimo aumento di 25 punti base decretato a settembre. I riflettori erano puntati soprattutto sulla valutazione rispetto all’incerto quadro economico e geopolitico attuale, oltre che su eventuali discussioni in merito alla conclusione anticipata del Pepp e a una variazione del coefficiente di riserva obbligatoria. Ecco tutte le indicazioni emerse dal meeting odierno.

Bce mantiene i tassi invariati, inflazione in calo ma ancora elevata

Il Consiglio direttivo ha deciso oggi di mantenere invariati i tre tassi di interesse di riferimento della BCE. Nel dettaglio, i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale rimarranno rispettivamente al 4,50%, al 4,75% e al 4,00%.

“Le nuove informazioni hanno confermato sostanzialmente la valutazione precedente circa le prospettive di inflazione a medio termine”, afferma la nota dell’istituto. “Ci si attende tuttora che l’inflazione resti troppo elevata per un periodo di tempo troppo prolungato; inoltre perdurano le forti pressioni interne sui prezzi.”

L’istituto però sottolinea il “netto calo” dell’inflazione (headline e core) registrato a settembre, “ascrivibile anche ai forti effetti base”. Secondo l’Eurotower, “i passati aumenti dei tassi di interesse decisi dal Consiglio direttivo seguitano a trasmettersi con vigore alle condizioni di finanziamento, frenando in misura crescente la domanda e contribuendo pertanto alla riduzione dell’inflazione.”

Bce: “Determinati a far tornare inflazione al 2%”

Il Consiglio direttivo è “determinato ad assicurare il ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2% a medio termine”. Il Consiglio direttivo ritiene ad oggi che “i tassi di interesse si collochino su livelli che, mantenuti per un periodo sufficientemente lungo, forniranno un contributo sostanziale al conseguimento di tale obiettivo.”

Le decisioni future assicureranno un adeguato livello restrittivo continueranno ad essere guidate dai dati e dalle prospettive di inflazione, tendendo conto dei “nuovi dati economici e finanziari, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria.”

Le indicazioni della Bce sul Pepp e sulle operazioni di rifinanziamento

Il portafoglio del PAA, sottolinea la Bce, “si sta riducendo a un ritmo misurato e prevedibile, dato che l’Eurosistema non reinveste più il capitale rimborsato sui titoli in scadenza.”

L’attenzione era puntata soprattutto sulle indicazioni relative al PEPP. Il comunicato non fornisce novità rispetto al mese precedente, affermando che “il Consiglio direttivo intende reinvestire il capitale rimborsato sui titoli in scadenza nel quadro del programma almeno sino alla fine del 2024. In ogni caso, la futura riduzione graduale del portafoglio del PEPP sarà gestita in modo da evitare interferenze con l’adeguato orientamento della politica monetaria.”

Pertanto, “il Consiglio direttivo continuerà a reinvestire in modo flessibile il capitale rimborsato sui titoli in scadenza del portafoglio del PEPP, per contrastare i rischi per il meccanismo di trasmissione della politica monetaria riconducibili alla pandemia.”

Con riferimento alle operazioni di rifinanziamento, “a fronte dei rimborsi degli importi ricevuti dalle banche nelle operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine, il Consiglio direttivo riesaminerà regolarmente come le operazioni mirate e i rimborsi in atto contribuiscono all’orientamento della politica monetaria.”

La reazione dei mercati

Nel pomeriggio il Ftse Mib e l’Eurostoxx 50 hanno recuperato terreno. Il primo è passato in territorio positivo a +0,3%, mentre il secondo ha ridotto le perdite allo 0,4%.

Sul Forex, l’euro/dollaro è sostanzialmente invariato a 1,055 mentre sull’obbligazionario lo spread Btp-Bund si riduce a 198 punti base, con il rendimento del Btp in calo al 4,83%. Le proiezioni sulle prossime mosse della Bce confermano la sensazione che i tassi abbiano ormai raggiunto il picco.

Sull’andamento delle borse e del mercato obbligazionario ha inciso anche la pubblicazione dei dati sull’economia statunitense migliori delle attese. La prima lettura del Pil Usa del terzo trimestre ha superato le stime con una crescita del 4,9%, contro il 4,5% del consensus.

I commenti di Christine Lagarde su crescita e inflazione

La presidente Christine Lagarde ha innanzitutto fornito una valutazione sull’attuale quadro macroeconomico, sottolineando che l’economia dell’area euro rimane debole e che la contrazione dell’industria si sta estendendo ad altri settori. I rischi per la crescita rimangono orientati al ribasso ma con il calo dell’inflazione e la ripresa della domanda di esportazioni l’economia dovrebbe rafforzarsi nei prossimi anni.

Per quanto riguarda l’inflazione, Lagarde ha sottolineato che la maggior parte delle componenti “core” dei prezzi al consumo mostra un continuo rallentamento, anche se le pressioni sui prezzi interni sono ancora forti. La presidente ha ribadito la necessità di politiche fiscali progettate per non alimentare l’inflazione.

Con riferimento ai crescenti rischi geopolitici derivanti dal conflitto Hamas-Israele, Lagarde sottolinea i potenziali impatti negativi sull’economia e l’incertezza sulle prospettive a medio termine, per via dei rischi di rialzo dei prezzi energetici.

Presidente Bce su Pepp, coefficiente di riserva e tagli tassi

Nei giorni scorsi si sono susseguite indiscrezioni in merito a possibili discussioni sulla fine anticipata del PEPP e su un aumento delle riserve obbligatorie che le banche devono detenere presso la Bce.

Rispondendo a delle domande su queste tematiche, Lagarde ha risposto che né il PEPP né la remunerazione di riserva sono stati trattati durante questo incontro, suggerendo che dovremo aspettare almeno fino alla prossima riunione del 14 dicembre per avere ulteriori indicazioni su come la Bce gestirà il proprio portafoglio obbligazionario.

Nel corso della conferenza stampa, è stato chiesto a Lagarde quando verranno effettuati i primi tagli dei tassi, ma la presidente ha affermato che “non se ne è parlato affatto”, aggiungendo che “il dibattito sarebbe assolutamente prematuro”.

Infine, Lagarde ha concluso che che sia nel settore immobiliare sia negli investimenti vi è una chiara evidenza della trasmissione di tassi più elevati all’economia reale.