BCE-Day: atteso taglio dello 0,25%, ma già a luglio si rischia di tornare in modalità stand-by
La lunga attesa è finita: oggi la BCE, a meno di sorprese, taglierà il costo del denaro di 25 punti base. Una mossa ampiamente attesa da mercati e analisti, che arriva dopo circa due anni di politica monetaria restrittiva. Alle 14,15 italiane l’istituto di Francoforte comunicherà le proprie scelte sui tassi di interesse e alle 14,45 il governatore della banca centrale, Christine Lagarde, terrà la conferenza stampa sulle decisioni.
Le attese per oggi
Le attese per il meeting odierno sono per un taglio dei tassi di interesse di 25 punti base (tasso sui depositi al 3,75% dal 4%, tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principale al 4,25% dal 4,50%, tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento marginale al 4,50% dal 4,75%).
Tuttavia, sono molti gli analisi che mettono in luce una profonda incertezza sul percorso futuro a causa del rischio di volatilità dell’inflazione e del miglioramento delle prospettive dell’Eurozona.
L’idea prevalente è che Christine Lagarde, governatore della BCE, probabilmente ribadirà che le decisioni monetarie continueranno a dipendere dai dati, mantenendo così una certa flessibilità nell’orientamento della politica monetaria dei prossimi mesi. Un primo banco di prova ci sarà già domani con la pubblicazione del dato preliminare sull’inflazione di maggio.
Che cosa dicono i membri della BCE
Come ricorda una nota di eToro, parlando a Dublino lunedì, il capo economista della BCE, Philip Lane, ha dichiarato che la BCE non segue una “tabella di marcia rigida” per la riduzione dei tassi e ha sottolineato che l’approccio rimarrà “dati-dipendente, incontro dopo incontro”.
Non tutti condividono però questa visione. Joachim Nagel, presidente della Bundesbank, ha suggerito nel fine settimana che un secondo intervento della BCE potrebbe essere rimandato a settembre.
François Villeroy de Galhau, a capo della banca centrale francese, ha affermato che la BCE non dovrebbe precludersi la possibilità di ridurre i costi di finanziamento nelle sessioni di giugno e luglio. Nonostante ciò, la grande incognita rimane la politica monetaria degli Stati Uniti, che Villeroy ha descritto come “l’elefante nella stanza”.
Futuro in ombra
Se la mossa di oggi è data per scontata, il percorso futuro resta in ombra. Secondo una recente analisi di Oxford Economics, l’atteso taglio odierno dei tassi da parte della Banca Centrale Europea (BCE) non è necessariamente l’inizio di una serie di misure di allentamento, poiché molti membri del Consiglio rimangono preoccupati per i rischi di rialzo dell’inflazione.
“Il taglio di 25 punti percentuali dei tassi di riferimento da parte della BCE in occasione della riunione della prossima settimana è ormai cosa fatta”, si legge nella ricerca. “I verbali della riunione di aprile mostrano che alcuni membri del Consiglio erano già sufficientemente fiduciosi nelle prospettive dell’inflazione per iniziare ad allentare la politica. Da allora, tutte le comunicazioni indicano che sta emergendo un consenso molto ampio per ridurre il livello di restrizione della politica”. “L’inflazione – si legge nello studio – si è mossa in linea con le previsioni dello staff ed è in rotta verso l’obiettivo del 2% nonostante la vischiosità di alcune componenti. Pertanto, se la BCE non iniziasse a ridurre i tassi di policy, le condizioni di finanziamento si restringerebbero ulteriormente attraverso un aumento dei tassi reali”.
Tuttavia, secondo lo studio, questo sarà probabilmente un primo taglio da falco rispetto ai cicli precedenti. “Dopo tutto, la tendenza al ribasso dell’inflazione di base è irregolare, la crescita è in ripresa, la crescita dei salari è ancora elevata, le aspettative di inflazione non si sono completamente normalizzate e i rischi di deprezzamento del cambio incombono”.
Ricordiamo che la crescita dei salari negoziati è salita al 4,7% nel primo trimestre 2024 dal 4,5% del quarto trimestre 2023, contro le aspettative di un calo.
Già nella riunione di luglio, la BCE tornare in modalità stand by. Questa ipotesi, secondo David Chappell, Senior Fixed Income Portfolio Manager di Columbia Threadneedle Investments, è avvalorata dal fatto che “Se la BCE non avesse annunciato con tanta enfasi il taglio dei tassi questa settimana, riteniamo che ci sarebbe stato un acceso dibattito sull’opportunità di attendere altri dati dopo le pubblicazioni poco incoraggianti sui salari e sull’inflazione delle ultime due settimane. È molto probabile che la Lagarde guidi i mercati verso una sospensione a luglio, con il prossimo aggiustamento a settembre o ottobre”.
Tre tagli dei tassi nel 2024, dunque. Un’ipotesi che trova d’accordo Bill Papadakis (Senior Macro Strategist, Banque Lombard Odier & Cie SA): “Prevediamo che la BCE taglierà i tassi tre volte nel 2024, con un ulteriore allentamento ad un ritmo più rapido l’anno prossimo per portare il tasso di deposito della banca centrale verso un livello finale dell’1,5%”.
Analoghe le attese di Tomasz Wieladek, Chief European Economist, T. Rowe Price, che non esclude che i tagli possano essere due: “Dopo un lungo periodo di disinflazione, le pressioni inflazionistiche in tutte le componenti stanno ritornando a crescere. Questi sviluppi sul fronte dell’inflazione mettono in dubbio i tagli futuri. Sulla base degli indicatori prospettici dei salari e dell’inflazione, ritengo che nella seconda metà del 2024 vedremo un’ulteriore disinflazione. Ciò consentirà alla Bce di effettuare un totale di tre tagli quest’anno. Tuttavia, il rischio che la Bce tagli i tassi solo due volte quest’anno sta aumentando”
Dati macro
Oltre che sulle decisioni sul costo del denaro, i fari del mercato saranno puntati sui dati macroeconomici. Come anticipa François Rimeu, Senior Strategist – La Française, “le nuove proiezioni macroeconomiche della BCE dovrebbero riflettere una crescita più sostenuta quest’anno, con un livello di inflazione che rimarrà sostanzialmente invariato, puntando a un obiettivo del 2% entro il 2025”.
In particolare, rispetto alle previsioni di marzo, La Française si aspetta che la crescita del PIL sarà rivista al rialzo nel 2024, dallo 0,6% allo 0,8%, mentre rimarrà sostanzialmente invariata nei due anni successivi, all’1,5% nel 2025 e all’1,6% nel 2026.
Per quanto riguarda i prezzi, prevediamo che sia l’IAPC (Indice Armonizzato dei Prezzi al Consumo) che l’inflazione sottostante (esclusi energia e alimentari) saranno simili alle previsioni di marzo, ed entrambi convergeranno verso l’obiettivo del 2% il prossimo anno.
In questo contesto, ci aspettiamo che la CG riduca gradualmente la politica monetaria restrittiva nei prossimi mesi. Anche se questa riunione potrebbe essere un non-evento dal punto di vista dei mercati, riteniamo che una volta iniziato l’allentamento, i tassi di interesse europei nella parte anteriore della curva dei rendimenti diminuiranno.