Una riunione interlocutoria, in attesa di quella di dicembre quando la Bce presenterà le nuove proiezioni macro e i governatori annunceranno le loro decisioni in merito al Pepp. Queste le attese degli analisti, in vista del il meeting del consiglio direttivo dell’istituto di Francoforte in calendario domani, giovedì 28 ottobre. Al di là dell’assenza di decisioni di politica monetaria, quella di domani appare un meeting ricco di spunti, soprattutto nella conferenza stampa successiva al meeting.
In particolare i mercati attendono infatti di conoscere se la Bce continui a ritenere temporaneo il balzo dell‘inflazione in attesa di una discesa graduale nel 2022 sebbene le interruzioni delle catene di approvvigionamento appaiono lungi dall’essere risolte.
Come sottolinea Peter Allen Goves, Fixed Income Research Analyst, MFS Investment Management ” Christine Lagarde, presidente della BCE, sosterrà la necessità di continuare con l’attuale politica monetaria per centrare i target di inflazione. Le decisioni chiave riguardanti il post PEPP QE saranno probabilmente posticipate alla riunione di dicembre, quando verranno pubblicate le nuove proiezioni. Al massimo, il messaggio della Lagarde di questa settimana sarà in contrasto con i prezzi di mercato, che hanno recentemente visto un piccolo rialzo rispetto alla fine dello scorso anno. Pensiamo quindi che una conferma dell’attuale politica monetaria potrebbe portare a una rivalutazione delle aspettative di mercato sui tassi d’interesse“.
Sullo stesso capitolo, Andreas Billmeier, European Economist presso Western Asset (parte di Franklin Templeton) spiega: “la sfida chiave per la riunione di questa settimana sarà quella di mantenere una narrativa in gran parte accomodante, mentre shock inflazionistici distinti ma sovrapposti spingono la traiettoria dell’inflazione per il prossimo anno in rialzo e i rendimenti obbligazionari da inizio anno dell‘eurozona a 10 anni tornano ai massimi da maggio, circa +30 punti base”.
Focus sul PEPP, aspettando dicembre
I fari del mercato sono dunque tutti puntati sull’incontro di dicembre, quando la Bce dovrà decidere, tra l’altro, sul futuro del Pandemic Emergency Purchase Program (PEPP) e sulla traiettoria degli acquisti complessivi di asset per il primo trimestre del 2022. Attualmente la BCE acquista circa 70 miliardi di euro al mese nell’ambito del PEPP, più 20 miliardi di euro al mese nell’ambito dell’ordinario programma di acquisto di asset (APP).
“Riteniamo che il PEPP verrà gradualmente eliminato dopo il primo trimestre del 2022 come previsto. Sulla base di ciò, le opzioni nella riunione di dicembre includono l’aumento degli acquisti nell’Asset Purchase Program (APP) di base o la creazione di una nuova struttura che veicoli la fine del rischio di pandemia nell’ immediato pur mantenendo una maggiore flessibilità rispetto all’APP standard. Detto questo, poiché diversi Stati membri dell’Eurozona si stanno muovendo verso la reintroduzione delle restrizioni per combattere le prossime ondate di inflazione, a dicembre potrebbe esserci il caso di estendere ed espandere semplicemente il PEPP per altri 6 mesi” continua Billmeier.
Nelle ultime settimane, i rendimenti delle obbligazioni sovrane in Europa e negli Stati Uniti si sono inoltre mossi nettamente al rialzo, riflettendo le aspettative dei mercati di banche centrali sempre più vicine a un cambio di rotta, specialmente sull’altra sponda dell’Atlantico. Tutto questo mentre la crescita economica sembra in fase di indebolimento a causa sia dei colli di bottiglia delle consegne che dei segnali di ripresa dei contagi in diversi paesi dell’eurozona.
Parlando del programma di acquisto per l’emergenza pandemica (PEPP), Konstantin Veit, Senior Portfolio Manager European Rates di PIMCO, ha detto di aspettasi che finisca a marzo 2022 e “e che l’APP ordinario venga in compenso aumentato dagli attuali 20 miliardi di euro al mese, dato che i progressi verso l’obiettivo di inflazione a medio termine del 2% sono ancora incompleti. Pensiamo che le differenze tra PEPP e APP siano gestibili, principalmente limitate a piccole discrepanze riguardanti le scadenze anticipate e le valutazioni relative all’esclusione dei titoli di stato greci nell’ambito dell’APP. Quindi, non pensiamo che siano necessari grandi cambiamenti all’APP, o l’introduzione di un altro programma di acquisto. Ma la BCE potrebbe certamente decidere di introdurre una serie di acquisti temporanei per facilitare la transizione dal PEPP a una situazione in cui ci sia solo l’APP”.
Altro motivo di interesse è venuto nei giorni scorsi dalle dimissioni a partire da fine anno di Jens Weidmann come presidente della Bundesbank. Sebbene nella sua lettera ai dipendenti Weidmann abbia parlato di ragioni personali, l’opinione corrente e’ che il governatore abbia deciso di lasciare il suo incarico in quanto in disaccordo con la linea della maggioranza del consiglio direttivo. Quest’ultimo nel suo complesso appare ancora favorevole a mantenere una politica monetaria molto espansiva a lungo.