La politica monetaria non basta. Per i paesi dell’Eurozona “un’unione fiscale dei Paesi è più urgente che mai”. In una delle sue ultime interviste da presidente della Bce, Mario Draghi, lancia l’appello dalle colonne Financial Times, mostrando in questo modo di sostenere pienamente la richiesta del presidente francese Emmanuel Macron di realizzare trasferimenti tra i Paesi dell’Eurozona al fine di sostenere la moneta unica sul lungo termine.
“Alla luce della debolezza dei singoli Stati nel contesto di un mondo globalizzato, quello che conta è rendere l’Unione più forte”. E per rafforzare l’Unione economica e monetaria “abbiamo bisogno di un bilancio comune dell’Eurozona. Certo – osserva Draghi – il dibattito politico sarà ancora lungo, ma sono ottimista”.
Per il presidente della Banca centrale europea, che lascerà i suo incarico alla fine di ottobre, “le conseguenze positive” del pacchetto di interventi varati dalla BCE sono finora riuscite a evitare effetti negativi sui risparmiatori e sui prezzi dell’immobiliare.
“Ma interventi a livello di governi potrebbero aiutare molto ad alleggerire il peso che sta portando la Bce. Gli stimoli straordinari potrebbero dover durare a lungo se non saranno sostenuti dalle politiche di bilancio”. E dopo essersi detto ottimista sulla possibilità che il confronto tra i Paesi dell’Eurozona sul bilancio comune possa arrivare a un esito positivo, Draghi conclude osservando: “La gente ha capito i benefici della moneta unica, la fiducia sta crescendo. I nemici dell’euro non hanno vinto”.