Nulla di buono in vista per l’economia della zona euro, destinata a rallentare il passo, mentre l’inflazione continua a tenere alta la testa. E’ quanto si legge nel bollettino economico della Bce, diffuso in mattinata, in cui si sottolinea come il protrarsi della guerra in Ucraina continui a rappresentare un rischio significativo per la crescita, soprattutto se imprese e famiglie dovessero affrontare un razionamento delle forniture di energia.
“Nel contesto di un’economia mondiale in rallentamento, i rischi per la crescita sono orientati principalmente al ribasso, in particolare nel breve periodo” scrive l’istituto di Francoforte, spiegando che “in una tale situazione si potrebbe assistere a un ulteriore deterioramento del clima di fiducia e a un nuovo inasprimento dei vincoli dal lato dell’offerta”.
Anche i costi dei beni energetici e alimentari potrebbero rimanere in maniera persistente più elevati delle attese. Inoltre, un ulteriore peggioramento delle prospettive economiche mondiali potrebbe agire da freno aggiuntivo alla domanda estera dell’area dell’euro.
Questo scenario è riflesso nelle ultime proiezioni Bce rese note nella riunione di settembre, che sono state riviste nettamente al ribasso per la restante parte di quest’anno e per tutto il 2023. Le nuove proiezioni prevedono che l’economia cresca del 3,1% nel 2022, dello 0,9% nel 2023 e dell’1,9% nel 2024.
L’inflazione impone nuovi rialzi dei tassi
Segno opposto per le prospettive di inflazione, che dovrebbe invece accelerare. “Come per la crescita, il rischio principale nel breve termine è rappresentato da un’ulteriore interruzione delle forniture di energia. Nel medio termine l’inflazione potrebbe rivelarsi più elevata delle aspettative a causa di un peggioramento persistente della capacità produttiva dell’economia dell’area dell’euro, di ulteriori rincari dei beni energetici e alimentari, di un incremento delle aspettative di inflazione al di sopra dell’obiettivo del Consiglio direttivo o di aumenti salariali maggiori del previsto. Tuttavia, un’eventuale diminuzione dei costi energetici o un indebolimento della domanda nel medio termine potrebbero ridurre le pressioni sui prezzi”.
Per tentare di mettere un freno alla corsa dei prezzi, la Bce, pare scontato, continuerà ad aumentare i tassi. Il mercato sconta un tetto del 3% entro giugno. “Il Consiglio direttivo si attende di aumentare ulteriormente i tassi di interesse nelle prossime riunioni per frenare la domanda e mettere al riparo dal rischio di un persistente incremento delle aspettative d’inflazione” si legge nel bollettino economico, in cui la Bce ricorda la decisione assunta l’8 settembre governatori di aumentare il costo del denaro di 75 punti base.
Caro bollette: misure temporanee e mirate
Non sono mancati riferimenti al caro energia, che sta affliggendo le famiglie europee. “Le misure di sostegno di bilancio volte ad attutire l’impatto dei rincari dell’energia dovrebbero essere temporanee e indirizzate alle famiglie e alle imprese più vulnerabili, in modo da limitare il rischio di alimentare pressioni inflazionistiche, migliorare l’efficienza della spesa pubblica e preservare la sostenibilità del debito” osservano gli esperti della Bce. “Le politiche strutturali – prosegue il bollettino – dovrebbero mirare a innalzare il potenziale di crescita dell’area dell’euro e rafforzare la sua capacità di tenuta”.