Fari degli analisti puntati sulla riunione di domani 22 luglio della BCE. La pubblicazione, avvenuta la scorsa settimana, dei risultati della cosiddetta strategy review sul target di inflazione ha riacceso l’interesse per la riunione di questo giovedì, che in precedenza era considerata per lo più come una tappa di trasferimento in attesa del meeting di settembre quando saranno rese note anche le nuove stime macroeconomiche per i paesi del Vecchio Continente.
La Bce dovrà ora implementare il suo nuovo approccio di politica monetaria (simile a quello deciso lo scorso anno dalla Fed), anche attraverso una trasformazione importante della comunicazione, sia in termini sostanziali, la forward guidance, per esempio, o l’analisi della situazione economica, monetaria e finanziaria.
Il meeting della Bce arriva in un momento in cui dall’inflazione non arrivano segnali chiari: a giugno l’aumento è stato dell’1,9%, vicino al target ma in arretramento da maggio, e le previsioni a lungo termine la vedono ancora all’1,4% nel 2023.
Su una cosa gli esperti concordano: nel meeting di domani non ci sarà nessun cambio di strategia sui tassi di interesse della zona euro, che restano confermati sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale – rispettivamente allo 0,00%, allo 0,25% e al -0,50%.
Detto questo, secondo gli analisti interpellati da Wall Street Italia gli impatti sui mercati finanziari attesi domani dopo l’annuncio della Bce sono minimi.
Bce: cosa attendersi, le stime degli analisti
Gero Jung, Chief Economist, Mirabaud Asset Management, è convinto che nel corso del policy meeting di giovedì 22 luglio, la BCE invii un messaggio di politica monetaria “looser for longer”, di prolungamento cioè dell’allentamento monetario.
“Poiché sarà la prima riunione del Consiglio direttivo dopo il riesame della strategia, è probabile che l’Eurotower insista nel garantire “condizioni di finanziamento favorevoli” nel sistema euro”.
Per quanto riguarda la comunicazione, le attese sono per una guidance più chiara e “frizzante”.
“Considerando gli ultimi dati pubblicati, i numeri dell’inflazione suggeriscono che le pressioni sui prezzi sono ben contenute, con l’inflazione dei prezzi dei servizi che scende sotto l’1% rispetto all’anno precedente. Nel complesso, le rilevazioni sull’inflazione nell’Eurozona forniscono dati molto più bassi rispetto al Regno Unito e soprattutto rispetto agli Stati Uniti”.
Per quanto riguarda lo stato dell’economia,
“il calo della produzione industriale registrato a maggio sarà probabilmente compensato dalle robuste performance del settore dei servizi, dovute in particolare alla riapertura dell’economia – e alla conseguente crescita positiva complessiva – con la ripresa dell’Eurozona iniziata nel secondo trimestre. Le difficoltà sul lato dell’offerta interessano le imprese manifatturiere, e rappresentano uno dei principali responsabili dell’ultimo calo della produzione. In effetti, la produzione di automobili nell’Eurozona è scesa dell’8% durante questo mese”.
Secondo Peter Allen Goves, Fixed-Income Research Analyst di MFS IM,
“La prossima riunione si preannuncia movimentata, dal momento che prevede il recepimento del nuovo quadro di riferimento della Bce nel suo orientamento strategico. Pertanto, le disposizioni in materia di politica monetaria saranno quasi certamente riviste in maniera significativa per giustificare l’obiettivo d’inflazione del 2% “simmetrico”. Benché questa settimana non ci aspettiamo nessun cambiamento formale rispetto alla politica vigente, crediamo che ci sarà un orientamento accomodante. Questo potrebbe esprimersi attraverso intenzioni più decise da parte della BCE nel persistere a mantenere condizioni di finanziamento favorevoli. Ciò probabilmente confermerà una view più debole sui tassi del mercato core per (ancora) più tempo, oltre a fornire un ulteriore sostegno agli spread dei Bond Governativi Europei”.
Le attese di François Rimeu, Senior Strategist di La Française AM sono per una ridefinizione della sua forward guidance per allinearla alla revisione strategica e che questa vada verso una posizione monetaria più accomodante, tenendo conto del nuovo obiettivo di inflazione del 2% (invece che “vicino ma al di sotto del 2%”) e del fatto che sarà tollerata un’inflazione moderatamente superiore al 2%.
“Inoltre, ci attendiamo che la BCE insista sulla necessità di avere una risposta “forte e persistente” quando i tassi sono sul limite inferiore. Dal punto di vista del lessico, la dichiarazione introduttiva dovrebbe evolvere verso una “dichiarazione di politica monetaria più narrativa e più concisa”.
Non crediamo emergeranno chiarimenti sulla fine del programma di acquisto di emergenza pandemico (PEPP) né sul potenziale aumento del programma di acquisto di asset (APP) dopo marzo 2022. Queste decisioni saranno lasciate alla riunione di settembre o al forum della BCE a Sintra (28-29 settembre). Riteniamo poi probabile che la BCE mantenga un tono cauto sul fronte economico, a causa delle preoccupazioni sulla variante delta del COVID-19. Nel complesso, ci aspettiamo che la BCE adotti una posizione dovish, ma la reazione del mercato potrebbe essere relativamente limitata, considerando che è già incorporata nei prezzi”.