Economia

Bce: in Italia rischi crescenti sul deficit

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FRANCOFORTE (WSI) – L’Italia rimane osservata speciale, nonostante il premier Enrico Letta che, nel corso del meeting appena concluso del G20, ha gongolato affermando che il paese non è più sotto i riflettori.

Non è invece così, visto che la situazione di caos politico porta lo stesso Letta ad ammettere che con l’instabilità costa miliardi all’Italia. Arriva poi anche l’alert della Banca centrale europea che, nel suo bollettino mensile parla di rischi crescenti che incombono sul raggiungimento degli obiettivi di deficit del 2013.

L’istituto guidato da Mario Draghi sottolinea come i dati di cassa fino a luglio 2013 indicano un fabbisogno finanziario cumulato di 51 miliardi di euro, in aumento da quasi 28 miliardi rispetto allo stesso periodo del 2012:

“Il peggioramento dovuto soprattutto all’erogazione di sostegno al settore finanziario e al rimborso di arretrati, mette in risalto i rischi crescenti per il conseguimento dell’obiettivo di disavanzo delle amministrazioni pubbliche nel 2013”.

Imu chiamata in causa? La Bce si limita a ricordare che ad agosto “il governo ha annunciato, per il 2013, l’abolizione della prima rata dell’imposta sulle abitazioni principali di proprietà. Il mancato gettito, pari a 2,4 miliardi di euro circa, ossia lo 0,1 per cento del Pil, sarà compensato mediante un contenimento della spesa e maggiori entrate”.

In generale, i paesi dell’Eurozona devono tenere alta la guardia sul processo di risamento dei conti pubblici. Tali paesi, precisa la Bce nel suo bollettino, “hanno compiuto notevoli progressi nella riduzione degli squilibri, seppure con marcate differenze. Servono tuttavia ulteriori interventi di risanamento per condurre le finanze pubbliche su un percorso sostenibile”.

“Sebbene le tensioni nei mercati finanziari si siano allentate negli ultimi dodici mesi, il livello di guardia non va abbassato, dati gli ampi ritardi nel risanamento che permangono in alcuni paesi. La composizione del risanamento dovrebbe privilegiare misure che favoriscano la crescita, dando priorità al contenimento della spesa pubblica improduttiva”.

Sul fronte della politica monetaria, la Bce torna a rassicurare i mercati: il Consiglio direttivo ribadisce che i tassi rimarranno ” su livelli pari o inferiori rispetto a quello correnti per un prolungato periodo di tempo”.

L’Eurotower parla anche di segnali di miglioramento dell’economia dell’Eurozona. “La crescita del Pil in termini reali è stata positiva nel secondo trimestre, dopo sei trimestri con il segno negativo”, rileva l’istituzione nel suo ultimo bollettino mensile. E “gli indicatori del clima di fiducia fino ad agosto confermano le attese di un graduale miglioramento dell’attività economica a partire da bassi livelli”.

Preoccupazioni per le condizioni in cui versa il mercato del lavoro; da un lato “i dati nell’area euro suggeriscono in prevalenza che le condizioni dell’occupazione si sono costantemente deteriorate negli ultimi trimestri a causa della debole attività economica”. Dall’altro lato, “i recenti dati mensili sulla disoccupazione suggeriscono prospettive lievemente più favorevoli, in quanto il tasso di disoccupazione nell’area dell’euro è rimasto stabile dal mese di marzo”.

La Bce fa notare come “gli andamenti dell’occupazione sono tipicamente caratterizzati da un ritardo temporale rispetto all’attività economica”. Di fatto, “gli indicatori anticipatori, come quelli basati sulle indagini, segnalano un ulteriore calo dell’occupazione nella seconda metà del 2013, nonostante il miglioramento delle condizioni economiche”.

In generale “è probabile che l’occupazione si sia ridotta ulteriormente nel secondo trimestre del 2013 e si prevede che diminuisca anche nel terzo”, conclude la Bce.