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Bce in stand-by, assist di Draghi alle banche

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Dopo la Bank of England, anche la Bce ha mantenuto i tassi di riferimento ai minimi storici dello zero e il tasso sui depositi al -0,4% nella prima riunione successiva alla decisione del Regno Unito di abbandonare l’Unione Europea. Al contrario dell’istituto di Londra, quella della banca centrale europea non è una decisione che sorprende. La crisi delle banche italiane e le implicazioni del referendum sulla Brexit sono due dei temi caldi che Mario Draghi ha affrontato. La Bce ha lasciato invariato anche il piano di Quantitative Easing, ma l’impressione generale è che debba fare qualcosa in più.

Detto questo, se c’è qualcosa che oggi Draghi ha fatto, è stato sicuramente iniettare fiducia sulle banche, in particolare proprio quelle italiane, nel momento in cui ha affermato che un paracadute pubblico per affrontare la questione delle sofferenze potrebbe essere “molto utile”. Certo Draghi ha usato un tono molto cauto, non volendo sconfinare in quelle che sono aree decisionali dell’Unione europea. Le sue parole sono comunque bastate a sostenere le quotazioni del comparto bancario.

Gli investitori mettono pressione su Draghi, perché si impegni ad apportare presto, possibilmente dalla prossima riunione di politica monetaria di settembre, cambiamenti al suo programma di acquisto di titoli già potenziato nella scorsa riunione per includere anche i bond societari e allungarne la durata, fino a marzo 2017, e portata.

Mercati e osservatori sono dell’opinione che, dal momento che economia e inflazione continuano a essere deludenti nell’area euro, la Bce deve intervenire con altri stimoli monetari e magari tagliando ancora i tassi sui depositi, magari a fine anno. Il 65% dei Bund tedeschi non è acquistabile perché rende sotto la soglia prefissata da Draghi, quindi ci potrebbe essere bisogno di misure estreme.

I funzionari dell’istituto centrale di Francoforte non hanno escluso il ricorso all’helicopter money. Kuroda della Banca del Giappone ha detto di essere contrario a un piano del genere, che prevede la distribuzione di soldi direttamente a cittadini e imprese, per poter avere un impatto sull’economia reale.

Nonostante i tassi zero ai minimi di sempre, i prestiti delle banche a famiglie e aziende languono, i risparmi salgono e gli investimenti sono deludenti. Deludenti, secondo la Bce, sono anche le misure intraprese dai governi per alimentare la ripresa dopo la crisi finanziaria più grave dai tempi della Grande Recessione. Domani si conosceranno i dati macro Pmi dell’Eurozona.