La Banca Centrale Europea ha annunciato la sua nuova strategia per la politica monetaria: l’obiettivo di un’inflazione “vicina, ma al di sotto del 2%”, come ampiamente previsto, è stato archiviato in vista di un target più simile a quello indicato, negli Stati Uniti, dalla Federal Reserve.
L’obiettivo è stato innalzato al 2%, è stato reso “simmetrico” ed è stato precisato che deve essere inteso “a medio termine”, ossia non valutato momento per momento, ma sulla base di un’osservazione più allargata nel tempo. E’ la prima revisione strategica mai portata a compimento dalla Bce dal 2003.
“Il Consiglio direttivo considera che il miglior modo per mantenere la stabilità dei prezzi sia perseguire un obiettivo di inflazione del 2% a medio termine. Questo obiettivo è simmetrico, nel senso che scostamenti negativi e positivi dell’inflazione dall’obiettivo sono ugualmente inopportuni”, ha comunicato la Bce.
“Quando l’economia opera in prossimità del limite inferiore per i tassi di interesse nominali, è necessaria un’azione di politica monetaria particolarmente incisiva o persistente per evitare che le deviazioni negative dall’obiettivo di inflazione si radichino”, ha aggiunto l’Eurotower, “ciò inoltre può comportare un periodo transitorio in cui l’inflazione si colloca su un livello moderatamente al di sopra dell’obiettivo”. A differenza del target adottato dalla Fed non si assume che l’inflazione debba portarsi al di sopra del 2% se si è trovata al di sotto di tale livello per un periodo prolungato di tempo. L’approccio, comunque si muove in una direzione analoga.
L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IAPC) “resta la misura più adeguata per la valutazione della stabilità dei prezzi”, ha dichiarato la Bce, pur riconoscendo “che l’inclusione nello IAPC dei costi relativi alle abitazioni occupate dai proprietari rappresenterebbe meglio l’inflazione rilevante per le famiglie e che tale processo di inclusione è un progetto pluriennale”.
Sul ruolo green della Bce si impone la linea Lagarde
Il cambiamento climatico entra a far parte del vocabolario della Bce, che terrà “conto più sistematicamente di considerazioni relative alla sostenibilità ambientale nella propria politica monetaria”.
Fra le altre cose, “la Bce adeguerà il sistema di allocazione degli acquisti di obbligazioni societarie per integrare criteri relativi al cambiamento climatico, in linea con il proprio mandato”, si legge in una nota dedicata, “saranno inclusi l’allineamento degli emittenti con, come minimo, la legislazione dell’Ue che recepisce l’Accordo di Parigi tramite misure relative al cambiamento climatico o gli impegni degli emittenti nei confronti di questi obiettivi”.
I dettagli pratici su questa e altre novità legate all’integrazione delle valutazioni di sostenibilità saranno chiariti solo nel 2022.