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Bce, inizia era tassi negativi. Draghi stimola l’Europa

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FRANCOFORTE (WSI) – Svolta storica della Bce, c’è chi parla di una nuova era per l’istituto di Francoforte. Che si conferma, di fatto, la prima banca centrale ad aver tagliato a negativi i tassi sui depositi.

La Bce ha annunciato una doppia mossa: taglio dei tassi di rifinanziamento di 10 punti base, che sono scesi dallo 0,25% allo 0,15%, nuovo minimo storico; e taglio del tasso sui depositi, anche in questo caso di 10 punti base, da zero a negativo: -0,10%. Il tasso sulle operazioni di rifinanziamenti marginali è stato tagliato di 35 punti base allo 0,40 per cento.

La Bce, a seguito dell’annuncio, ha affermato che le decisioni sui tassi saranno operative a partire dal prossimo 11 giugno 2014.

Nel corso della conferenza stampa iniziata alle 14.30 ora italiana, il presidente Mario Draghi ha spiegato le decisioni dell’Eurotower con l’obiettivo di riportare il tasso di inflazione vicino all’obiettivo del 2% e ha aggiunto che, nel caso in cui sarà necessario, la Bce agirà con nuovi interventi.

Annunciate anche nuove operazioni LTRO, dunque finanziamenti a favore delle banche a lungo termine, al fine di stimolare l’erogazione del credito. Il piano LTRO è di 400 miliardi di euro: si tratta nello specifico di due nuove maxi operazioni di rifinziamento agli istituti di credito, “mirate” al riutilizzo di questi fondi a favore di famiglie e imprese (con l’esclusione dei mutui per l’acquisto di casa). Due “Ltro” (Long term refinancing operations) con scadenza protratta fino al 2018.

Draghi ha parlato anche di preparativi per l’acquisto degli ABS (asset-backed securities); preparativi che qualcuno vede come la premessa per dare il via prima o poi al QE.

E ancora, saranno interrotte le operazioni settimanali con cui l’Eurotower riassorbe la liquidità immessa nel sistema comprando titoli pubblici greci, italiani, irlandesi, portoghesi e spagnoli fra il 2010 e il 2011. Sospesa di fatto la sterilizzazione settimanale del programma Smp.

Lo staff della Bce ha rivisto al ribasso le stime sull’inflazione nell’Eurozona: per il 2014 si passa da +1,0% a +0,7%; per il 2015 da +1,3% a +1,1%, per il 2016 da +1,5% a +1,4%.

Tagliate anche le previsioni sul Pil 2014 da +1,2% a +1%; per il 2015, prevista crescita +1,7% contro +1,5% precedente e per il 2016 stime invariate a +1,8%. In generale, Draghi ha confermato la presenza di rischi al ribasso per l’economia e “una domanda interna più debole del previsto”.

Le previsioni degli analisti erano orientate su tre decisioni: taglio dei tassi di rifinanziamento, riduzione dei tassi sui depositi in negativi, operazione di finanziamento alle banche a lungo termine, come l’LTRO. C’era poi chi azzardava anche una quarta ipotesi, ovvero un QE in stile Fed. Che non è arrivato, almeno fino a questo momento, non in modo esplicito. Ma che gli acquisti degli ABS rendono più vicino.

L’ultima variazione dei tassi risaliva al novembre del 2013. Claus Vistesen, analista di Pantheon Macroeconomics, ritiene che con la riduzione dei tassi sia stato fatto un passo per “mettere sotto pressione i tassi sul money market in rialzo, e per deprimere il tasso di cambio”.

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La Bce ha ridotto i tassi dallo 0,25% allo 0,15%, un nuovo minimo storico. Per la prima volta i tassi in Eurolandia diventano negativi sui depositi a -0,1%. Il tasso marginale è tagliato da 0,75% a 0,4%.

LE MISURE: Francoforte ha preparato un pacchetto di misure per rilanciare il credito, fra cui nuove aste di liquidità a lunghissimo termine e “misure preparatorie per acquistare gli Abs”, cioè titoli garantiti a sostegno delle Pmi. Il presidente della Bce, Mario Draghi, ha spiegato che il pacchetto servirà a riportare l’inflazione “vicina ma inferiore al 2%”. Draghi ha anche annunciato lo stop alle operazioni settimanali con cui riassorbe la liquidità creata comprando titoli di Stato durante la crisi del debito, pari a circa 165 miliardi di euro. Arrivano anche i ‘TLTRO’, prestiti a lungo termine alle banche mirati per rilanciare il credito che forniscono a famiglie e imprese. Se necessario, ha annunciato ancora, la Bce è pronta a decidere “velocemente” un ulteriore allentamento monetario. Il presidente della Bce ha spiegato ancora che i nuovi maxi-prestiti lanciati dalla Bce e condizionati alla concessione di credito da parte delle banche richiederanno “tre o quattro trimestri”per produrre effetti sull’economia reale.

LA REAZIONE DEI MERCATI – Volano i mercati europei dopo il taglio ai tassi Bce e le indicazioni di Draghi sulle misure per rilanciare il credito a famiglie e imprese, con l’assicurazione che l’istituto centrale è pronto a decidere “velocemente” un ulteriore allentamento monetario. Piazza Affari corre con il taglio ai tassi Bce e l’insieme di misure messe in campo da Mario Draghi. Milano chiude in rialzo dell’1,52%. L’indice paneuropeo Euro Stoxx guadagna lo 0,90% con i listini vicini ai massimi da sei anni, mentre frena solo Londra (-0,08%) per effetto del balzo della sterlina sull’euro, dopo i nuovi tassi in area euro. Lo spread tra Btp e Bund tedeschi chiude a 152,7 punti base, con il rendimento del decennale italiano al 2,929%. Il differenziale tra i Bonos e i titoli a 10 anni tedeschi è a 141,4 punti base, con rendimento al 2,816%.

MERKEL, BCE INDIPENDENTE – La Bce è indipendente quindi non commento le decisioni che prende, noi possiamo solo affrontare le conseguenze”, ha detto la cancelliera tedesca Angela Merkel al termine del G7 sulle misure decise dalla banca centrale.

RENZI, CONSENSO FORTE SU AZIONE BCE – “La Bce non c’entra nulla, parliamo del presidente della Commissione e del Consiglio europeo e dell’Alto rappresentante della politica estera. Se c’è una cosa che non c’entra è la Bce che ha un mandato ancora per 5 anni e credo ci sia un consenso molto forte rispetto all’azione che sta mettendo in atto”. Così Matteo Renzi al termine del G7.

FMI PROMUOVE IL PIANO – Il Fmi plaude all’azione della Bce. ”Diamo il benvenuto” alle mosse della Bce e ”siamo incoraggiati dal fatto che” il presidente Mario Draghi, ”abbia detto che la Bce è pronta a fare di più se ce ne sarà bisogno”. Lo afferma il portavoce del Fmi, Gerry Rice.

COSA CAMBIA PER I CONSUMATORI E LE IMPRESE – Un tasso Bce allo 0,1% non si era mai visto ma le ripercussioni sui consumatori e imprese non saranno così immediate, e soprattutto rilevanti, come ci si potrebbe attendere con i tassi di interesse al nuovo minimo storico in Eurolandia. In primo luogo perché i mutui a tasso variabile ancorati al tasso Bce sono ancora pochissimi ed una variazione di 15 punti base (dallo 0,25% precedente ad appunto lo 0,1%) si tramuterà in un risparmio di pochi euro all’anno per i mutuatari. Lo stesso vale anche per i mutui legati all’Euribor. Perché, se quando i tassi Bce viaggiavano al 4,25% nel luglio 2008 e i tagli della Bce erano dell’ordine di 50 punti base l’impatto sull’Euribor – e quindi sui mutui variabili – era consistente, variazioni così ridotte contribuiranno sì a ridurre l’Euribor, ma sempre con vantaggi risibili per i consumatori. Così come saranno infinitesimali gli svantaggi per quelli che hanno il conto di deposito o le polizze assicurative ancorate ai tassi della Bce. Timore molto forte in Germania, tanto che Draghi rassicura così un giornalista tedesco che sottolinea come tassi così bassi possono danneggiare il risparmio: “E’ completamente sbagliato dire che vogliamo espropriare i risparmiatori. Il nostro pacchetto di misure è designato per stimolare la crescita e la ripresa” E’ invece da vedere l’impatto su chi deve ancora accendere un mutuo. Se infatti il calo dei tassi tendenzialmente può portare ad un calo dello spread sul tasso del mutuo, ovvero il differenziale aggiuntivo che applica la banca e che rappresenta il suo margine di guadagno, può anche capitare che, con tassi di riferimento così bassi, gli istituti possano decidere di aumentare lo spread, anche per coprirsi dal maggior rischio connesso all’ingresso sul mercato di soggetti che presentano profili di rischio più elevati. Discorso differente per le imprese. Oltre che alle misure ‘dirette’, fra cui la maggiore il ‘Tltro’ destinato proprio al rilancio del credito, il passaggio in negativo dei tassi sui depositi dovrebbe, nelle intenzioni di Mario Draghi, disincentivare le banche a parcheggiare proprio nei depositi ingenti somme di denaro, che verrebbero quindi dirottate sull’economia reale. La decisione, spiega l’Eurotower, non punta “a punire i risparmiatori”, ma “a premiare chi prende in prestito” e per i primi avrà alla fine effetti positivi. Anche se, con aumenti di capitale in corso e stress test in arrivo, il passaggio fra tasso su depositi negativo e maggiore offerta di credito è ancora tutt’altro che scontato.