Roma – Attuando i piani di risanamento dei conti previsti i debiti pubblici di Italia e Spagna “risulterebbero sostenibili” anche nei casi di scenari avversi, afferma la Banca centrale europea, ma precisando appunto che questo presuppone che i due paesi “rispettino gli impegni presi” e conseguiscano il pareggio strutturale di bilancio nel medio termine. Questo in un approfondito riquadro di analisi che l’istituzione monetaria ha pubblicato nel suo ultimo bollettino mensile, analisi nella quale vengono previsti diversi scenari con simulazioni sulle possibili dinamiche del rapportro tra debito pubblico e Pil dei due paesi.
In particolare per l’Italia “la simulazione di base indica che, nel caso in cui centri pienamente gli obiettivi stabiliti nell`aggiornamento del programma di stabilità, il rapporto debito-Pil raggiungerà il 123 per cento nel 2012 per poi scendere al disotto del 100 per cento entro il 2020”.
Vi sono poi altri tre scenari sfavorevoli in cui il debito-Pil imboccherebbe comunque traiettorio di riduzione. Il risultato peggiore si avrebbe nello “scenario di risanamento incompleto”, ossia con il conseguimento di solo la metà del risanamento strutturale su cui l’Italia si è impegnata: in questo caso il debito-Pil toccherebbe il 125 per cento nel 2013 e poi calerebbe al 117 per cento nel 2020.
“Nel complesso, in tutti gli scenari presentati in questo riquadro il rapporto debito-Pil risulterebbe sostenibile e si ridurrebbe sia in Spagna sia in Italia. Tali scenari – dice la Bce – non devono tuttavia essere interpretati come previsioni. I risultati dello scenario di base e di tutti gli scenari alternativi ad eccezione di quello di risanamento incompleto dipendono in larga misura dall`ipotesi che i governi dei due paesi considerati conseguano il pareggio di bilancio strutturale nel medio termine, come previsto dal Patto di stabilità e crescita. Tale ipotesi è fondamentale per assicurare che il rapporto debito- Pil ritorni su una traiettoria discendente”.
In generale, nel suo ultimo bollettino mensile, la Bce si attende crescita economica “debole nell’area dell’euro, in un contesto di persistenti tensioni nei mercati finanziari e maggiore incertezza che gravano sul clima di fiducia”. Avvertimento: “il riacutizzarsi delle tensioni nei mercati finanziari potrebbe accentuare i rischi sia per la crescita, che per l’inflazione”.
E’ sempre allarme lavoro nell’area euro: nel suo ultimo bollettino mensile la banca centrale europea prevede “un ulteriore incremento della disoccupazione a breve termine”, dopo che negli ultimi trimestre è già salita a “livelli storicamente elevati”.
La Banca centrale europea ribadisce di aver approntato un piano di possibili acquisti calmieranti di titoli di Stato “contro le gravi distorsioni originate dai timori infondati sulla reversibilità dell’euro”. Ma nel suo ultimo bollettino mensile ripete anche che questo sistema “presuppone l’osservaza degli impegni presi dai governi” sul risanamento dei conti e il ricorso ai sistemi anti crisi dell’Ue tramite i fondi Efsf e Esm.
Intanto sempre oggi sono usciti i nuovi dati sul debito dell’amministrazione pubblica italiana, diminuito in luglio di 5,5 miliardi rispetto al mese precedente e risulta pari a 1.967,5 miliardi. Lo ha comunictoa la Banca d’Italia, spiegando che il calo riflette essenzialmente l’avanzo di cassa registrato nel mese, pari a 5 miliardi (5,5 miliardi escludendo la quota di pertinenza dell’Italia delle erogazioni effettuate dall’European Financial Stability Facility).
Al netto di queste ultime, l’avanzo del mese è stato per 0,5 miliardi superiore a quello del corrispondente periodo del 2011. Intanto, sempre nel mese di luglio, le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono aumentate a 41,652 mld (+10,6%) rispetto allo stesso mese del 2011 e sono in rialzo dai 38 mld di giugno, dice Bankitalia. Nei primi sette mesi gli incassi sono cresciuti di 7,7 miliardi (+3,6 per cento).