I governi interessati da un rallentamento economico che dispongono di margini per interventi di bilancio dovrebbero agire in maniera efficace e tempestiva, mentre quelli con debito pubblico elevato devono perseguire politiche prudenti.
Così la Bce nel Bollettino economico in cui vengono ribadite le raccomandazioni fatte dal presidente Mario Draghi in occasione dell’ultima riunione del consiglio direttivo il 12 settembre scorso tra cui l’intenzione di fornire un considerevole stimolo monetario.
“Nell‘area dell’euro l’orientamento complessivo delle politiche di bilancio dovrebbe mantenersi moderatamente espansivo, fornendo un certo sostegno all’attività economica (…) La Bce intende “fornire un considerevole stimolo monetario per assicurare il perdurare di condizioni finanziarie molto favorevoli che sostengano l’espansione dell’area dell’euro, l’accumularsi di pressioni interne sui prezzi attualmente in corso e quindi la stabile convergenza dell’inflazione sul valore perseguito nel medio termine”.
Il Bollettino inoltre sottolinea come il Consiglio direttivo della Bce ha ribadito la necessità di un orientamento di politica monetaria fortemente accomodante per un lungo arco di tempo.
“In prospettiva esso è quindi pronto ad adeguare tutti i suoi strumenti, nella maniera che riterrà opportuna, per assicurare che l’inflazione si diriga stabilmente verso il livello previsto, in linea con l’impegno ad adottare un approccio simmetrico nel perseguimento del proprio obiettivo”.
“Le condizioni di finanziamento del debito delle banche sono ulteriormente migliorate” continua la BCE.
“Dall’inizio del 2019 il costo composito del finanziamento mediante ricorso al debito da parte delle banche dell’area dell’euro e’ ulteriormente diminuito, sostanzialmente in linea con gli andamenti dei tassi di riferimento di mercato. Tale andamento ha riflesso principalmente un calo considerevole dei rendimenti sulle obbligazioni bancarie, mentre i tassi di interesse sui depositi delle banche dell’area dell’euro sono rimasti prossimi ai minimi storici. Il miglioramento dei costi di finanziamento bancario ha interessato in modo diffuso i maggiori paesi dell’area dell’euro.
In merito all’Italia poi la Bce ha indicato che lo spread, il differenziale di rendimento tra Btp decennali italiani e Bund della Germania, è calato di 1,1 punti percentuali, 110 punti base, negli ultimi mesi “in seguito alle attese e alla successiva formazione di un nuovo governo”.
“I differenziali fra i rendimenti dei titoli di Stato e il tasso Ois privo di rischio sono rimasti sostanzialmente invariati nella maggior parte dei paesi dell’area dell’euro. I differenziali sulle obbligazioni sovrane sono rimasti ampiamente stabili durante il periodo in esame, con l’eccezione del mercato italiano dove i differenziali di rendimento a dieci anni sono scesi di 1,1 punti percentuali, in seguito alle attese e alla successiva formazione di un nuovo governo”.