Con il programma del Quantitative Easing della Bce, uno dei più grandi programmi di aiuto agli stati di tutti i tempi da parte di un istituto di politica monetaria, che si concluderà ufficialmente a fine 2018, le economie europee si troveranno a navigare senza il sostegno di Francoforte.
In questo contesto, secondo le indicazioni arrivate oggi dall’agenzia di rating Moody’s, Spagna e Portogallo sarebbero meglio posizionati dell’Italia per la transizione a un contesto post quantitative easing.
“Riteniamo che Spagna e Portogallo siano ben posizionati per gestire la transizione”, ha scritto Petter Bryman, assistant vice president e co-autore del report. “L’Italia dovrà fronteggiare sfide più significative, legate più a sviluppi sul fronte economico e politico interno, piuttosto che alla fine del piano di sostegno della Bce”.
Secondo gli esperti dell’agenzia, i governi di Italia (Baa3, stabile), Spagna (Baa1, stabile) e Portogallo (Baa3, stabile) avranno bisogno di continuare a diversificare le loro fonti di finanziamento quando la Bce interromperà gli acquisti di titoli del debito sovrano.
Ma gli esperti dell’agenzia di rating non sono i soli a pensarla in questo modo. Tra gli esperti, Claudio Grass, consulente finanziario, qualche giorno fa ha scritto nel nel suo blog:
“L’ultima volta che l’Italia si è trovata vicino alla bancarotta, è stata salvata dalla decisione della BCE di lanciarsi in un decennio di politica monetaria espansiva e massicci acquisti di titoli di stato. Ora la BCE è ora pronta a fermare e invertire le misure che hanno facilitato questo ambiente favorevole che ha sostenuto l’intera economia europea dopo l’ultima recessione. Questo potrebbe rivelarsi catastrofico per l’Italia per via dell’aumento dei tassi di interesse per il rimborso del debito, finendo per incidere sui principali programmi di spesa del governo. Senza un sostegno esterno, sistemico e ampio, il paese è destinato a lottare pesantemente nei prossimi anni”.