Cresce l’attesa dei mercati per il Consiglio Direttivo della Bce, che si riunisce oggi giovedì 11 marzo. A seguito dei timori di rialzo dell’inflazione Usa e di conseguenza la necessità della Fed di rivedere i tassi di interesse al rialzo, al momento in Europa non sono attesi nell’immediato cambiamenti delle decisioni delle banche centrali.
Per la maggior parte degli analisti, l’istituto di Francoforte non apporterà nessun cambiamento alla politica monetaria, anche se è probabile che vengano discusse ulteriori misure per estendere il PEPP (il programma di acquisto per l’emergenza pandemica).
“La Bce ha inserito il pilota automatico e ritiene che l’attuale configurazione degli strumenti di politica monetaria sia sufficientemente di supporto e flessibile” ha spiegato Konstantin Veit, Senior Portfolio Manager European Rates di Pimco in una nota. “I commenti di Christine Lagarde si concentreranno probabilmente sulla funzione di reazione della BCE all’aumento dei rendimenti delle obbligazioni e sul loro impatto sull’economia reale alla luce delle prospettive economiche ancora fragili. Ci aspettiamo che la BCE sottolinei l’impegno a mantenere condizioni di finanziamento “favorevoli” e, se necessario, ad utilizzare gli acquisti di asset nell’ambito del programma di acquisto di emergenza pandemico (PEPP), in linea con il suo framework per il controllo della curva dei rendimenti, per sostenere le parole con i fatti. Le nuove proiezioni macroeconomiche trimestrali dello staff dovrebbero indicare un certo miglioramento delle prospettive a breve termine. Le politiche della BCE sostengono l’insieme del rischio europeo, ma alle valutazioni attuali vediamo meno spazio per una notevole compressione degli spread, i rischi per le prospettive macroeconomiche rimangono elevati e un regime di forte dominio fiscale sfuggente”.
Bce, ancora presto per un cambio di rotta
Per Annalisa Piazza, Fixed-Income Research Analyst di MFS IM, il meeting di domani sarà “complicato”. Questo perché le dinamiche globali stanno portando i rendimenti verso l’alto e la promessa dell’istituto di Francoforte di mantenere condizioni di finanziamento accomodanti potrebbe non essere sufficiente per evitare il fallimento delle precedenti iniziative di policy.
In questo contesto, la BCE – spiega l’esperta – deve anche calibrare la sua azione tenendo conto della necessità di coordinarsi con la politica fiscale: le due politiche sono necessarie affinché l’Eurozona esca dalla pandemia senza troppe conseguenze negative di lungo termine.
“Ci aspettiamo che Lagarde faccia chiarezza sulle misure che la Banca centrale intende adottare, nel caso in cui l’aumento dei rendimenti dovesse compromettere la precedente azione di policy. La BCE rimarcherà la flessibilità del PEPP, sottolineando che lo strumento sarà utilizzato per contrastare qualsiasi inasprimento ingiustificato.
Riteniamo che l’istituto di Francoforte ribadirà nuovamente la necessità dell’attuale allentamento delle condizioni di finanziamento, in assenza di un sensibile miglioramento del contesto economico sottostante: un inasprimento delle condizioni di prestito (dovuto all’aumento dei rendimenti nominali) minerebbe la fragile ripresa in atto. Nel caso in cui Lagarde non riuscisse a chiarire maggiormente l’obiettivo circa le condizioni di finanziamento, i mercati potrebbero oscillare nuovamente (cioè i rendimenti core potrebbero aumentare e la curva irripidirsi), poiché il mantra BCE volto ad evitare un inasprimento delle condizioni di finanziamento non sarebbe percepito come credibile. D’altra parte, non possiamo trascurare la possibilità che la BCE decida di agire in maniera più decisa a marzo. Abbiamo spesso evidenziato come la ristrettezza temporale del PEPP (con una data di “scadenza” fissata a marzo) possa aver incrementato il nervosismo tra gli investitori, con l’approssimarsi di tale data. Dei cambiamenti a priori nell’attuale natura del PEPP sono improbabili, ma non possiamo escludere l’inizio di un vivace dibattito all’interno del Consiglio direttivo”.