Cresce l’attesa per la riunione di ottobre della BCE, in calendario giovedì 17. Le stime degli analisti sono per un nuovo taglio del tasso di deposito di 25 punti base, a cui dovrebbe seguire una nuova sforbiciata a dicembre.
Villeroy de Galhau: possibili due tagli entro l’anno
Le previsioni degli analisti trovano in parte conferma dalle dichiarazioni del capo della Banca Centrale francese, Francois Villeroy de Galhau che, parlando ai microfoni della radio Franceinfo, ha detto che “un taglio è molto probabile e non sarà l’ultimo”. In quanto all’entità del taglio, Villeroy ha spiegato che la Bce è “abituata ad agire con gradualità” e “senza fare passi troppo significativi”. Il che fa intuire una possibile sforbiciata da 25 punti base.
Dichiarazioni che si aggiungono a quelle rilasciate in un’intervista di pochi giorni fa a La Repubblica, in cui Villeroy de Galhau, sottolineava i rischi legati ad un tasso di inflazione che continua a flettere:
“l’inflazione ci ha di nuovo sorpresi al ribasso ed è caduta sotto al 2% a settembre. L’equilibrio dei rischi si sta spostando. Negli ultimi due anni il rischio che abbiamo corso è quello di un overshoot rispetto al nostro obiettivo del 2%. Adesso dobbiamo stare attenti al rischio opposto, a non mancare il nostro obiettivo a fronte di una crescita debole e una politica monetaria troppo a lungo restrittiva”.
La rincorsa della BCE
Parlando dei rischi di un intervento ritardato da parte della BCE, Matteo Ramenghi, Chief Investment Officer, UBS WM Italy, spiega in una nota:
“Finora la Banca Centrale Europea (BCE) si è mossa con grande cautela, tagliando i tassi d’interesse solo di mezzo punto tra giugno e settembre, come la Federal Reserve (Fed) e meno della Banca Nazionale Svizzera (BNS). Tuttavia, Stati Uniti e Svizzera possono contare su economie più vibranti. La BCE segue un approccio data dependent, ossia modifica la politica monetaria sulla base dei dati economici pubblicati, a partire dall’inflazione. Questo modus operandi ha il merito di evitare di prendere decisioni affrettate. Tuttavia, non è un approccio privo di rischi: i dati economici per definizione riflettono il passato, ancorché recente, mentre i cambiamenti di politica monetaria hanno un impatto sull’economia reale solo a distanza di diversi mesi. Questo può portare a reazioni tardive, che possono lasciare l’economia esposta a fluttuazioni eccessive”.
Entrando nel dettaglio delle previsioni, Ramenghi ha detto di aspettarsi che la BCE acceleri il percorso di riduzione dei tassi d’interesse tagliando nuovamente di 25 punti base (pb) quando si riunirà il 17 ottobre e altrettanto a dicembre.
“In assenza di una brusca inversione di tendenza dell’economia, la nostra stima è che la BCE tagli i tassi di 150 punti base entro giugno”.
Le attese degli economisti
Sul fronte delle previsioni, va rilevato un cambio di prospettiva. Se negli ultimi sei mesi, gli economisti avevano previsto un totale di tre riduzioni di 25 punti base del tasso di deposito quest’anno, ma ora se ne attendono quattro.
Gilles Moëc, AXA Group Chief Economist and Head of AXA IM Research spiega che “la traiettoria più plausibile presa dalla Bce sarà quella di tagliare con incrementi di 25 punti base ad ogni riunione del Consiglio fino al giugno 2025 e al raggiungimento del tasso neutrale, vicino al 2%. Affinché la Bce entri in un territorio propriamente accomodante, è necessario che si concretizzi una recessione “chiara”. C’è ancora una possibilità di evitarla”.