ROMA (WSI) – L’aumento di capitale della Banca d’Italia va bene ma le riserve dell’istituto devono essere “gradualmente ricostituite”. Lo afferma la Bce in un parere, datato 27 dicembre, sulla ricapitalizzazione di Via Nazionale.
“Con riguardo all’indipendenza finanziaria – sottolinea la Bce – si fa presente che Banca d’Italia dovrebbe essere sempre sufficientemente capitalizzata, e trovarsi sempre in condizione di creare, consolidare e ricostituire riserve appropriate e commisurate al livello di rischio emergente dalla natura delle sue attività, incluse le riserve costituite da utili non distribuiti, al fine di preservare un adeguato livello di capitalizzazione”.
“Poichè – scrive Francoforte in un documento firmato dal presidente Mario Draghi – al fine di finanziare l’aumento del capitale, le riserve statutarie esistenti saranno parzialmente incorporate nel capitale azionario della Banca d’Italia, le modifiche normative dovrebbero garantire, in vista dell’obiettivo di salvaguardare l’indipendenza finanziaria della Banca d’Italia, che tali riserve siano gradualmente ricostituite, nell’arco di un periodo di tempo adeguato, fino all’ammontare ritenuto necessario a salvaguardare il capitale e le attività della Banca d’Italia”.
Con la ricapitalizzazione, “le quote devono essere registrate nei conti patrimoniali degli azionisti nel comparto delle attività finanziarie detenute per la negoziazione al valore precedente l’operazione, al fine di costituire un mercato per le quote della Banca d’Italia”.
“A tal riguardo è importante che la ricapitalizzazione risulti sempre pienamente conforme al quadro prudenziale e al sistema contabile dell’Unione e, in particolare, che le regole sulla riclassificazione degli strumenti finanziari di cui agli Ias e Ifrs non siano violate”.
“Il decreto legge contempla altresì previsioni che autorizzano Banca d’Italia ad avviare, su base temporanea, operazioni di acquisto delle proprie quote presso azionisti che detengano partecipazioni superiori al 5% del capitale della Banca d’Italia”.
La Bce “prende atto che la possibilità, per Banca d’Italia, di effettuare tali operazioni, può comportare un trasferimento di risorse finanziarie agli azionisti”. Le modalità di queste operazioni “non sono definite nel decreto legge, tuttavia esse, per quanto di carattere temporaneo, dovranno essere conformi a tutte le pertinenti normative dell’Unione”.
Non manca un richiamo al Tesoro sui tempi della consultazione. La Bce “ha ricevuto la richiesta di consultazione il 22 novembre, mentre il decreto legge è stato approvato il 27 novembre. Poichè l’approvazione di disposizioni normative prima della pronuncia del parere della Bce o della scadenza del termine stabilito equivale a un caso di non consultazione, la Bce desidera richiamare l’attenzione del ministero circa il rispetto della procedura di consultazione, tenuto conto, in particolare, della rilevanza della normativa per la Banca d’Italia e l’Eurosistema”.