BERLINO (WSI) – Il Re Draghi è nudo. Con la sua decisione di rinviare al mittente della corte di giustizia europea il compito di esprimersi sulla legalità del programma di acquisto di titoli di Stato europei dei Paesi in difficoltà (OMT) da parte della Bce, la corte tedesca di Karlsruhe potrebbe avere aperto – ed averlo fatto deliberatamente – il vaso di Pandora.
Secondo Deutsche Bank, una delle banche più esposte ai derivati, i giudici hanno fatto in modo di chiarire due elementi. In primis che come stabiliscono i Trattati, un piano come l’OMT non è di competenza della Bce. Non fa parte del suo mandato. In secondo luogo di non essere vincolata da una eventuale decisione positiva della Corte di Giustizia europea.
La decisione non ha avuto un immediato impatto sui mercati, ma “altera in modo sostanziale il potere di intervenire contro l’eventuale esplosione di turbolenze nei debiti sovrani” (come quelle avvenute nel 2011), che ci si poteva aspettare sinora da parte della Bce.
Secondo quanto annunciato dall’alta autorità tedesca il 7 febbraio scorso “esistono motivate ragioni per sostenere che il programma Omt vada oltre il mandato della Bce e infranga il potere degli Stati membri, violando il divieto di finanziamento monetario al budget”.
Il programma OMT (outright monetary transactions) è stato presentato dal governatore della banca centrale Mario Draghi nell’agosto del 2012 e prevede la possibilità di acquistare quote illimitate di debito sovrano facente capo ai paesi colpiti dalla crisi.