ROMA (WSI) – La Bce, nella riunione prevista il prossimo 3 dicembre, stupirà ancora. E’ quanto si evince da un report esclusivo di Reuters secondo cui, all’interno del Consiglio direttivo della Bce, stanno aumentando i favorevoli a un taglio dei tassi sui depositi bancari più ampio rispetto a quanto atteso dai mercati. Lo hanno riferito quattro esponenti dello stesso Consiglio.
La Bce ha tagliato il tasso che applica alle somme depositate dalle banche presso di essa a -0,2% nel settembre del 2014. Nell’ultimo meeting, il numero uno Mario Draghi ha chiaramente segnalato l’intenzione di procedere ad altre riduzioni, così come ha rassicurato i mercati affermando che a dicembre il QE potrà essere rivisto, dunque rafforzato. Questo, proprio mentre la Fed si prepara invece a fare il contrario, ovvero ad alzare i tassi di interesse, per la prima volta dal 2006, sempre nella riunione attesa per il mese di dicembre.
Mario Draghi sembra determinato a passare alla storia come il governatore della Bce che alla fine è riuscito a scongiurare la minaccia della deflazione. Finora, il banchiere non è riuscito nel suo intento – o almeno, non del tutto -, complice il tonfo dei prezzi delle commodities e i diversi segnali di guerra valutaria che si sono fatti sentire soprattutto lo scorso agosto, quando la Cina ha proceduto a una maxi svalutazione dello yuan.
I tassi negativi sui depositi, in realtà, non sono certo una peculiarità della Bce. Altre banche centrali sono state ancora più decise nei loro tagli; tra queste, quelle di Danimarca e Svezia, che hanno portato i tassi allo -0,75%.
Stando a quanto rende noto Reuters, tre dei funzionari della Bce hanno affermato che ormai il dibattito non è più sul taglio o meno dei tassi sui depositi, ma su quanto dovranno essere ridotti. Il mercato scommette su una riduzione dello 0,1%. Ma almeno tre membri del Consiglio direttivo riterrebbero che un taglio del genere, già scontato dai mercati, non avrebbe un grande impatto. Due in particolare credono che la Bce dovrebbe osare di più, stupendo ancora.
Non solo. Mario Draghi sarebbe pronto a sfoderare più di un’arma contro la deflazione dal suo arsenale. Si parla di 20 proposte che al momento il Consiglio direttivo starebbe monitorando, la maggior parte delle quali relativa ad acquisti di asset.
Una fonte del Consiglio direttivo ha riferito a Reuters che il taglio potrebbe portare i tassi sui depositi a crollare fino a -0,50% o addirittura a -0,70%.
Il rischio è però ben noto: le banche sarebbero destinate a subire una continua pressione sui margini. Così come non è neanche detto che le banche, per non pagare di più per parcheggiare i loro fondi presso la Bce, decidano di erogare maggiori prestiti.