Economia

Bce promuove banche italiane, ma nessuna è prima della classe

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ROMA (WSI) – Le banche italiane hanno superato l’esame della Bce, noto con la sigla Srep (Supervision review and evaluation process). E’ quanto risulta dai quotidiani Il Messaggero e il Sole 24 Ore, che pubblicano i risultati ufficiosi comunicati dagli stessi istituti, riportati anche dall’agenzia di stampa Askanews.

Nessuno dei tredici gruppi bancari tricolori sottoposti allo screening dell’Eurotower dovrà avviare operazioni di rafforzamento patrimoniale. Popolare Vicenza e Veneto Banca avevano già annunciato operazioni di ricapitalizzazione.

Le classi di rischio, assegnate da Francoforte, vanno da Classe 1 (senza evidenza di rischio) a Classe 4 (rischio elevato).

Capitolo a parte per la classe F che esprime una elevata probabilità di fallimento e dunque il passaggio dell’istituto di credito sotto le cure del Fondo di risoluzione delle crisi bancarie.

Nessuno dei big italiani è riuscito a entrare in prima classe (appunto quella senza evidenza di rischio). Migliore banca è Intesa SanPaolo, che va in seconda classe (basso livello di rischio)

Diverse banche italiane nella terza classe (rischio medio): di questa categoria fanno parte Banco Popolare, Mediobanca, Bper, Popolare Sondrio, Popolare Milano, Ubi Banca, Iccrea, Unicredit.

In quarta classe: Banca Carige, Mps, Popolare Vicenza, Veneto Banca.

Intanto, riguardo alle popolari, sarà Ubi Banca la prima ad avviare il processo di trasformazione in società per azione, e ad abbandonare il voto capitario. La riunione dell’assemblea degli azionisti, che dovrà approvare la riforma che è stata lanciata dal governo Renzi, è stata fissata per sabato 10 ottobre. Nell’avviso di convocazione si legge che l’appuntamento per i soci è alle 9.30 presso la Fiera di Brescia. Collegamenti video a distanza anche con Bergamo, Jesi, Cuneo e Milano. Il numero massimo di deleghe conferibili al singolo socio è pari a 10, ricorda la banca.

Una volta trasformata in società per azioni, Ubi Banca aprirà il capitolo fusioni che, secondo indiscrezioni, dovrebbe vedere dall’altra parte il Banco Popolare.