Bce pronta a intervenire per frenare l’inflazione. Atteso un rialzo fino a 75 punti base
Cresce l’attesa tra analisti e investitori in vista della riunione di oggi della Bce. L’appuntamento riveste particolare importanza perché ci si attende una seconda stretta dei tassi di interesse, dopo quella di luglio. L’inflazione continua a correre, alimentata dall’aumento dei prezzi di idrocarburi e materie prime, e potrebbe raggiungere il picco dell’9,8% a dicembre. Di fronte alla cavalcata dei prezzi, l’istituto di Francoforte dovrà scegliere tra un aumento dei tassi di 50 o di 75 punti basi dei tassi.
Il nostro speciale Bce
Oggi a partire dalle 14.00 trasmetteremo in diretta il nostro “Speciale Bce”: un approfondimento dedicato all’atteso appuntamento con la riunione della Bce, che vedrà dissipati i dubbi sul sentiero di rialzo dei tassi intrapreso da Francoforte. Segui live l’attesa e la conferenza stampa di Christine Lagarde, condotta dalla nostra Aleksandra Georgieva. Parteciperanno alla diretta Piergiacomo Braganti, Angelo Drusiani, Saverio Berlinzani.
A seguire, attorno alle 16.00, il nostro direttore Leopoldo Gasbarro e l’analista finanziario Massimo Intropido commenteranno le decisioni della Bce alla trasmissione Opening Bell.
Analisti divisi su entità del rialzo tassi della Bce
Per Morgan Stanley, probabilmente sarà la seconda opzione a prevalere. In attesa della riunione, gli esperti si aspettano che siano prese delle misure per limitare l’attrattività dei fondi ottenuti con le operazioni di rifinanziamento a lungo termine (Tltro III). In ogni caso, il ciclo di aumenti della Bce dovrebbe fermarsi il prossimo marzo, con un tasso al 2%.
Ma Morgan Stanley è in buona compagnia. Tra i sostenitori di un rialzo di 75 punti base spiccano anche gli esperti di Allianz, che sottolineano la necessità di una stretta di tale portata anche per sostenere l’euro, che continua a perdere colpi.
Per Pietro Baffico, European economist di abrdn “l’imminente rialzo dovrebbe essere tra i 50 e i 75 punti base, con quest’ultima ipotesi sempre più probabile. D’altro canto, dopo i toni hawkish di Jackson Hole, sempre più governatori si sono espressi a favore di un “intervento deciso”, inviando un segnale forte. Il ritmo dell’inasprimento dovrebbe poi rallentare, con incrementi più contenuti probabili a ottobre e dicembre. Le prospettive per il 2023 sono più nebulose, date le incertezze dello shock energetico, ma ci aspettiamo che la Bce sospenda il suo ciclo di rialzi quando arriverà la recessione”.
Dubbi sull’efficacia di un rialzo da 75 punti base
Come spiega Katharine Neiss, chief European economist di PGIM Fixed Income, Il mercato è sempre più convinto che la Banca centrale europea aumenterà i tassi di interesse di 75 punti percentuali. Ciò è dovuto alle ulteriori sorprese al rialzo dei dati sull’inflazione headline e all’aumento dei prezzi dell’energia in Europa. Tuttavia – aggiunge l’esperta – non è chiaro se una mossa così incisiva sia giustificata. La crescita delle retribuzioni contrattuali è diminuita nel secondo trimestre del 2022 e rimane al di sotto dei livelli compatibili con un obiettivo di inflazione del 2%. Neiss evidenzia:
“Vale la pena sottolineare l’inutilità di utilizzare la politica monetaria per portare l’inflazione al 2% quando i prezzi dell’energia sono spinti al rialzo dalla guerra. A titolo di esempio, se i prezzi dell’energia per i consumatori aumentano del 50%, tutti gli altri prezzi dovrebbero diminuire di circa il 5% per mantenere l’inflazione media al 2%. Storicamente, una riduzione così ampia dei prezzi potrebbe essere ottenuta solo attraverso una forte contrazione dell’attività economica e un aumento della disoccupazione. Non è chiaro se un tale risultato consentirebbe di raggiungere la stabilità dei prezzi. Per gli shock che l’area dell’euro deve affrontare, non sembrano esserci risposte semplici”.
Sostenitori di una stretta più moderata sono invece gli esperti di Pimco. “Riteniamo quindi che la Bce sarà riluttante a rallentare il ritmo dei rialzi dei tassi fino a quando non si sarà lasciata alle spalle il picco dell’inflazione e, avendo iniziato i rialzi con un ritmo di 50 punti base, non sembra esserci motivo di cambiare questo ritmo finché l’orientamento della politica monetaria rimarrà accomodante” ha spiegato Konstantin Veit, portfolio manager European rates di Pimco, secondo cui la Bce si orienterà probabilmente verso incrementi di 25 punti base, quando il ciclo di rialzi passerà dalla normalizzazione all’inasprimento della politica.
Parere analogo anche quello arrivato da Annalisa Piazza, fixed income research analyst di MFS Investment Management:
“Il nostro scenario di base prevede che la Bce aumenti i tassi d’interesse di 50 punti base nei mesi di settembre, ottobre e dicembre per poi fare una pausa e rivalutare il quadro economico generale con tassi all’1,5%, più vicini a una situazione di neutralità. Il dibattito sulla necessità di un rialzo di 50 o 75 punti base dovrebbe essere molto vivace questa settimana, ma crediamo che prevarrà la logica di un inasprimento “ordinato” ma “sostenuto” (come menzionato dal membro del Consiglio direttivo francese Villeroy a Jackson Hole). Sebbene il mandato della Bce rimanga la stabilità dei prezzi, un ciclo di inasprimento ordinato (soprattutto nell’attuale contesto macro senza precedenti) potrebbe consentire ai mercati di evitare un’inutile volatilità”.