MILANO (WSI) – Allarme per i correntisti e i creditori: questa banca italiana rischia il bail-in e a dirlo è la stessa Bce. Si tratta di Banca Popolare di Vicenza è ad un bivio e i soci devono votare sì a tutte e tre i punti all’ordine del giorno dell’assemblea del 5 marzo.
Così tuona la Bce nella lettera che ha inviato lo scorso 24 febbraio all’istituto vicentino che l’ha ricevuta il 29 dello stesso mese, come riporta La Stampa. Gli azionisti sono chiamati il prossimo 5 marzo a dare l’ok al processo di risanamento della banca che prevede la trasformazione in spa, insieme ad un aumento di capitale da 1,75 miliardi di euro, nonché la quotazione a Piazza Affari. La missiva della banca centrale europea verrà letta integralmente proprio durante l’assemblea e per ora trapela la voce della Bce che si fa sentire in maniera preponderante mettendo in luce il rischio che corre l’istituto vicentino se non approva i tre punti all’ordine del giorno, ossia il bail-in.
“Bpvi è a un bivio: nel caso in cui uno qualsiasi degli elementi del progetto non fosse approvato e la banca non rispettasse i requisiti patrimoniali, si renderebbe necessario adottare misure di vigilanza, incluso l’esercizio dei poteri previsti dal Testo Unico Bancario ovvero appunto le procedure previste dalla direttiva sul bail-in”.
Secondo l’istituto guidato da Mario Draghi i soci dovranno dare via libera a tutti e tre i punti all’ordine del giorno dell’assembla del 5 marzo in cui sono attesi circa 10 mila soci tra imponenti misure di sicurezza.
“L’approvazione congiunta di tutti e tre gli elementi del progetto da parte dell’assemblea degli azionisti e la tempestiva attuazione del piano, sono ritenuti della massima importanza dalla Bce al fine di ripristinare il rispetto dei requisiti patrimoniali secondo le modalità rappresentate dal Consiglio di Amministrazione”.
Intanto la banca ha depositato presso la Borsa Italiana la domanda di ammissione a quotazione delle proprie azioni sul mercato telematico azionario, proprio mentre la procura sta lavorando a nuove ipotesi di reato in cui sarebbe coinvolto l’istituto vicentino, ossia associazione per delinquere e falso in bilancio.