Nuovo campanello d’allarme per le banche europee. L’appendice alle linee guida sulla gestione dei crediti deteriorati, pubblicata oggi dalla Banca Centrale Europea, in pubblica consultazione fino all’8 dicembre, preannuncia una nuova stretta sugli accantonamenti prudenziali relativi ai prestiti in sofferenza. Se confermate – avvertono gli analisti – queste indicazioni finiranno per nuocere soprattutto ai sistemi bancari sovraccarichi di sofferenze: come l’Italia, che deve smaltirne per 240 miliardi di euro. Non a caso, l’indice Ftse Italia All Share Banks ha avvitato le contrattazioni con il segno meno e a metà seduta cede circa due punti e mezzo percentuali (Ftse Mib a -1,5%).
Nel merito, a partire dal prossimo gennaio, la Banca centrale europea chiederà agli istituti di credito della zona euro di portare al 100% gli accantonamenti sui crediti deteriorati di nuova classificazione. Nello specifico, come spiega la nota diramata da Francoforte,
“ci si aspetta che le banche coprano integralmente la quota non garantita dei nuovi Npl (non performing loans, cioè i crediti deteriorati ndr) al più tardi dopo due anni e la quota garantita dopo un massimo di sette anni”.
Il documento si riferisce a tutte le nuove esposizioni che verranno classificate come “non performing” a partire dal 1 gennaio 2018. È invece escluso lo stock di crediti accumulati fino al 31 dicembre dell’anno in corso, che secondo indiscrezioni di Reuters (ieri) sarebbe stato coinvolto nel provvedimento. In ogni caso, la Vigilanza europea si appresta ad intervenire anche sulle “vecchie” sofferenze.
“Entro la fine del primo trimestre del 2018 – annuncia la nota – la Vigilanza bancaria della Bce presenterà le proprie considerazioni su ulteriori politiche per fronteggiare le consistenze di Npl in essere, incluse disposizioni transitorie appropriate”.
Occorre sottolineare come le nuove istruzioni non abbiano carattere vincolante. Tuttavia, precisa il comunicato,
“Ci si attende che le banche motivino all’Autorità di vigilanza qualsiasi scostamento rispetto alle linee guida. Sulla base delle motivazioni addotte, la Bce valuterà quindi la necessità di misure di vigilanza aggiuntive”.
Quale sarà l’impatto delle nuove linee guida, se fossero confermate? Come riporta il Sole 24 Ore, secondo Giovanni Razzoli di Equita Sim, la minore flessibilità in capo alle banche nella gestione dei crediti deteriorati “potrebbe compromettere in parte la riduzione del costo del credito a medio termine”, frenando la ripresa della redditività. Le Pmi si troverebbero a pagare di più per i finanziamenti, specialmente quelli non garantiti. In ogni caso, conclude Equita sim “aumenta in modo significativo l’incentivo ad accelerare lo smaltimento dello stock di Npl, soprattutto unsecured, specie attraverso cessioni”.