La Bce ha ribadito il suo appello a politiche fiscali più lasche, con l’obiettivo di stimolare la crescita economica in una fase di debolezza. L’istituto presieduto da Christine Lagarde lo ha scritto nel suo ultimo bollettino economico, pubblicato il 27 dicembre.
“Alla luce dell’indebolimento delle prospettive economiche, i governi che dispongono di margini per interventi di bilancio dovrebbero essere pronti ad agire in maniera efficace e tempestiva”, si legge nel documento, che precisa subito dopo, “contemporaneamente tutti i paesi” sia quelli più in salute sia quelli ad alto debito, “dovrebbero intensificare gli sforzi per conseguire una composizione delle finanze pubbliche più favorevole alla crescita”.
Per il momento le previsioni sulle politiche di spesa pubblica sono stimate come “espansive” nel 2019-21 e ampiamente neutrali nel 2022. “Ciò è dovuto principalmente ai tagli delle imposte dirette in Francia e nei Paesi Bassi, maggiori trasferimenti e investimenti pubblici in Italia e Germania e maggiori spese correnti pubbliche in Germania, Paesi Bassi e Spagna”, si legge nel bollettino.
La crescente espansività delle politiche fiscali nell’Eurozona è visibile nel grafico in basso, nel quale le barre di colore blu corrispondono al saldo primario di bilancio. Quest’ultimo esprime l’avanzo fra entrate e spese dello stato prima del pagamento degli interessi sul debito: più esso è ampio, più restrittiva è la politica. Dal 2018 il saldo primario di bilancio (primary surplus) è in netto calo e si avvicinerà allo 0% nel 2021, prevede la Bce.
Il giudizio sulle bozze di manovra economica
L’Italia è, con Belgio, Spagna, Francia, Italia, Portogallo, Slovenia, Slovacchia e Finlandia, fra i paesi il cui documento programmatico di bilancio presenta “rischi di non conformità al Patto di stabilità e crescita”. In Italia, scrive la Bce si “continuano a registrare livelli di debito molto elevati per i quali non è stato ancora avviato un costante percorso di riduzione”.
Nel grafico in basso è possibile osservare il giudizio sulla bozza di manovra 2020 per ciascun Paese: più ci si trova a destra, maggiore è la distanza dagli obiettivi di medio termine del Patto di stabilità, così come il rischio di “bocciatura”. Solo la Spagna avrebbe, in questa classifica, proposto una manovra più a rischio di quella italiana di quest’anno. Nel dettaglio le barre rappresentano la “deviazione dal bilancio strutturale nel 2020”, vale a dire, in termini più semplici, la maggiore distanza dal livello di equilibrio fra entrate e uscite dello stato al netto dell’andamento dell’economia. Sorpresa finale: la manovra più in linea con i parametri del Patto di stabilità nel 2020 è quella della Grecia (EL).