Bce taglia i tassi: un sollievo per l’economia dell’Eurozona? Ecco cosa pensano gli analisti
La Bce non ha deluso i pronostici e ha tagliato i tassi di interesse di 25 punti base. La riduzione ampiamente prevista, ha portato al calo del tasso di riferimento della banca centrale al 3,75%, dalla soglia record del 4%, dove si trovava dal settembre 2023.
Ma ci saranno altri tagli? Ecco i commenti di alcuni esperti a valle della decisione di oggi da parte della Bce.
Tassi Bce: la view degli analisti
“La decisione della BCE di alzare i tassi dopo la Fed e di tagliarli prima indica dinamiche inflazionistiche differenti al di là dell’Atlantico. L’inflazione dell’Eurozona è in gran parte attribuita a termini di scambio negativi piuttosto che a un eccesso di domanda” sottolinea Sylvain Broyer, Chief Economist EMEA di S&P Global Ratings che si spinge ad ipotizzare che ulteriori riduzioni non ci saranno.
Detto questo, sembra improbabile che la BCE effettui più di due tagli dei tassi in solitaria prima che la Fed inizi quest’anno. Inoltre, si prevede che le riduzioni dei tassi della Fed si protrarranno fino al 2026, ben oltre il completamento dei tagli da parte della BCE. Supponendo che l’inflazione si allinei ai target e che la crescita raggiunga il potenziale entro la metà del prossimo anno, come previsto, è probabile che la BCE limiti i tagli dei tassi a non più di uno per trimestre fino al terzo trimestre del 2025, con un tasso di deposito al minimo al 2,5%”
Il taglio dei tassi d’interesse della BCE, ampiamente previsto per oggi, sarà un sollievo per l’economia dell’Eurozona. Per il futuro le previsioni sono opposte rispetto a S&P. Le prospettive di inflazione, come indicato dalle ultime proiezioni della BCE, indicano ulteriori riduzioni dei tassi di interesse nel corso dell’anno, sottolinea Dean Turner, Chief Eurozone and UK Economist at UBS Global Wealth Management.
Naturalmente, la tempistica della prossima mossa della BCE è incerta, poiché dipenderà dai prossimi dati. Tuttavia, con il processo disinflazionistico saldamente in corso, la BCE, insieme ad altre banche centrali, dovrebbe sentirsi abbastanza sicura di allentare la propria strategia, probabilmente a un ritmo di un taglio al trimestre. Inoltre, dovremmo aspettarci che questo ciclo di riduzione dei tassi continui fino al 2025.
Con il ciclo di riduzione dei tassi nell’Eurozona in corso, una priorità fondamentale per gli investitori è la gestione del fabbisogno di liquidità. Gli attuali rendimenti di liquidità, pur essendo interessanti, non saranno disponibili ancora per molto. Siamo favorevoli a ridurre la liquidità e gli investimenti assimilabili alla liquidità a favore di quelli che possono offrire rendimenti più duraturi, come ad esempio un portafoglio di obbligazioni di qualità.
“Come previsto, la Bce ha tagliato i tassi portandoli al 3,75% dopo aver raggiunto il livello più alto dalla sua esistenza per oltre un semestre” sottolinea invece Kaspar Hense, BlueBay Senior Portfolio Manager, Investment Grade, RBC BlueBay.
Non ci aspettiamo che a questa decisione faccia seguito un ciclo di tagli. Sebbene l’Europa sia stata colpita ancora di più dall’aumento dei prezzi del gas dopo l’invasione russa in Ucraina, questi effetti di base si sono attenuati notevolmente.
I riflessi sui mercati finanziari
Dopo l’annuncio di Francoforte sui tassi, i mercati azionari della zona euro hanno mantenuto l’intonazione positiva della mattinata mentre sull’obbligazionario sono saliti i rendimenti.
Secondo Morgane Delle Donne di Global X i titoli azionari europei sono alla ricerca di una scintilla che li porti oltre i recenti livelli record, dovuti alla realizzazione di uno scenario di soft-landing nella regione, e una posizione di politica monetaria più accomodante della Bce potrebbe rivelarsi tale. I settori sensibili alla macroeconomia come l’immobiliare, i viaggi e il tempo libero e i beni di consumo discrezionali hanno rallentato l’andamento del benchmark europeo. Nonostante le valutazioni dei titoli europei siano più convenienti del 58% rispetto alle controparti statunitensi, la vicinanza con i conflitti geopolitici in Europa e in Medio Oriente, le imminenti elezioni europee, il limitato margine di manovra della Bce e il differenziale di crescita rispetto ad altre regioni potrebbero limitare il potenziale di rialzo nel prossimo trimestre.
“Nel complesso, l’odierna revisione al rialzo delle previsioni di inflazione per il prossimo anno è stata interpretata dai mercati come un’azione relativamente da falco, con l’euro che si è rivalutato sul dollaro nonostante il taglio dei tassi. Mi aspetto che la BCE tagli solo un’altra volta nel 2024, vista la crescente possibilità che la Fed non tagli i tassi quest’anno e dato che la BCE ha rivisto le sue previsioni di inflazione per il 2025 al 2,2%, rispetto al suo obiettivo del 2%. Mi aspetto che la BCE cerchi di evitare un allargamento degli spread tra le due regioni, che potrebbe altrimenti portare a un conseguente crollo dell’euro rispetto al dollaro Usa” conclude l’esperta.