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BCE taglia il tasso di riferimento al 3,25% per la terza volta in un anno

Come da attese, il Consiglio direttivo della Bce ha deciso oggi di ridurre di 25 punti base i tre tassi di interesse di riferimento. In particolare, la decisione di ridurre il tasso sui depositi presso la banca centrale, tasso mediante il quale il Consiglio direttivo orienta la politica monetaria, scaturisce dalla valutazione aggiornata delle prospettive di inflazione, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria. Le ultime informazioni sull’inflazione indicano che il processo disinflazionistico è ben avviato. Le prospettive di inflazione sono inoltre influenzate dalle recenti sorprese al ribasso degli indicatori dell’attività economia. Nel contempo, le condizioni di finanziamento rimangono restrittive.

Ci si attende che l’inflazione aumenti nei prossimi mesi, per poi diminuire e raggiungere l’obiettivo nel corso del prossimo anno. L’inflazione interna resta elevata, in quanto i salari continuano a crescere a un ritmo sostenuto. Al tempo stesso, le pressioni sul costo del lavoro dovrebbero seguitare ad attenuarsi gradualmente, in un contesto in cui i profitti ne mitigano parzialmente l’impatto sull’inflazione.

Il Consiglio direttivo è determinato ad assicurare il ritorno tempestivo dell’inflazione al suo obiettivo del 2% a medio termine. Manterrà i tassi di riferimento su livelli sufficientemente restrittivi finché necessario a conseguire questo fine. Per determinare livello e durata adeguati della restrizione, il Consiglio direttivo continuerà a seguire un approccio guidato dai dati in base al quale le decisioni vengono definite di volta in volta a ogni riunione. In particolare, le decisioni sui tassi di interesse saranno basate sulla sua valutazione delle prospettive di inflazione, considerati i nuovi dati economici e finanziari, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria, senza vincolarsi a un particolare percorso dei tassi.

Tassi di interesse di riferimento della BCE

Il Consiglio direttivo ha deciso oggi di ridurre di 25 punti base i tre tassi di interesse di riferimento della BCE. Pertanto, i tassi di interesse sui depositi presso la banca centrale, sulle operazioni di rifinanziamento principali e sulle operazioni di rifinanziamento marginale saranno ridotti rispettivamente al 3,25%, al 3,40% e al 3,65%, con effetto dal 23 ottobre 2024.

Programma di acquisto di attività (PAA) e Programma di acquisto per l’emergenza pandemica (PEPP)

Il portafoglio del PAA si sta riducendo a un ritmo misurato e prevedibile, dato che l’Eurosistema non reinveste più il capitale rimborsato sui titoli in scadenza.

Riguardo al Programma di acquisto per l’emergenza pandemica (pandemic emergency purchase programme, PEPP), l’Eurosistema non reinveste più tutto il capitale rimborsato sui titoli in scadenza, riducendo il portafoglio di 7,5 miliardi di euro al mese, in media. Il Consiglio direttivo intende terminare i reinvestimenti nel quadro di tale programma alla fine del 2024.

Il Consiglio direttivo continuerà a reinvestire in modo flessibile il capitale rimborsato sui titoli in scadenza del portafoglio del PEPP, per contrastare i rischi per il meccanismo di trasmissione della politica monetaria riconducibili alla pandemia.

Operazioni di rifinanziamento

A fronte dei rimborsi degli importi ricevuti dalle banche nelle operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine, il Consiglio direttivo riesaminerà regolarmente come le operazioni mirate e i rimborsi in atto contribuiscono all’orientamento della politica monetaria.

Il Consiglio direttivo è pronto ad adeguare tutti i suoi strumenti nell’ambito del proprio mandato per assicurare che l’inflazione ritorni all’obiettivo del 2% a medio termine e per preservare l’ordinato funzionamento del meccanismo di trasmissione della politica monetaria. Inoltre, lo strumento di protezione del meccanismo di trasmissione della politica monetaria può essere utilizzato per contrastare ingiustificate, disordinate dinamiche di mercato che mettano seriamente a repentaglio la trasmissione della politica monetaria in tutti i paesi dell’area dell’euro, consentendo così al Consiglio direttivo di assolvere con più efficacia il proprio mandato della stabilità dei prezzi.

La view degli analisti

La Bce si è mossa come le attese, rispondendo così a indicatori economici deboli e ad un’inflazione in calo sotto il 2%. Così David Zahn, Head of European Fixed Income di Franklin Templeton che commenta la riunione odierna della BCE, sostenendo che a dicembre ci sarà un nuovo taglio dei tassi.

Guardando al futuro, a dicembre, si prevede che la BCE ridurrà nuovamente i tassi di 25 punti base per continuare a far fronte alla lenta crescita economica e a un’inflazione sotto l’obiettivo. Ci sono segnali che l’inflazione potrebbe riprendersi verso la fine del 2024, il che potrebbe portare la BCE ad adottare un approccio più cauto nel suo ciclo di allentamento dei tassi, tuttavia ciò potrebbe essere visto come un errore poiché l’inflazione tornerà sotto l’obiettivo nel 2025, supportando ulteriori tagli dei tassi. Con questo contesto monetario, il reddito fisso europeo appare attraente poiché dovrebbe esserci una banca centrale “supportive” per un certo tempo.”

Morgane Delle Donne, Head of Investment Strategy Europa di Global X sostiene che la  decisione della BCE di tagliare di 25 punti percentuali il tasso sui depositi presso la banca centrale, portandolo al 3,25%, riflette la sua posizione prudente in presenza di un’inflazione di fondo persistente.

Sebbene la mancanza di forward guidance lasci aperte le future decisioni politiche, la mia interpretazione è che la BCE potrebbe sospendere i tagli dei tassi entro l’inizio del 2025, mentre tiene sotto controllo le dinamiche dell’inflazione e le pressioni salariali. Poiché l’inflazione dovrebbe aumentare nel breve periodo, la BCE potrebbe adottare un approccio attendista prima di riprendere i tagli quando l’inflazione inizierà a scendere e l’inflazione salariale a diminuire. Per ora i mercati rimangono stabili, ma permane l’incertezza su come reagiranno a questi sviluppi.

Infine Richard Flax, Chief Investment Officer di Moneyfarm, “questi tagli dei tassi consecutivi, i primi in 13 anni, sottolineano le serie preoccupazioni della BCE riguardo alla debolezza della crescita economica, in particolare per quanto riguarda la Germania. È chiaro che l’attenzione si è spostata dalla gestione dell’inflazione al rilancio della crescita.