Come da attese la Bce ha lasciato i tassi d’interesse fermi: il tasso principale rimane a zero, il tasso sui depositi a -0,50% e il tasso sui prestiti marginali a 0,25%.
Nella riunione di politica monetaria Francoforte ha confermato lo scenario delineato a dicembre sugli acquisti di titoli di Stato: il programma pandemico PEPP (pandemic emergency purchase programme) terminerà nel mese di marzo 2022.
Il Consiglio direttivo intende reinvestire il capitale rimborsato sui titoli in scadenza nel quadro del PEPP almeno sino alla fine del 2024. In ogni caso, la futura riduzione del portafoglio del PEPP sarà gestita in modo da evitare interferenze con l’adeguato orientamento di politica monetaria.
“La pandemia ha dimostrato che, in condizioni di tensione, la flessibilità nella configurazione e nella conduzione degli acquisti di attività ha contribuito a contrastare le disfunzioni nella trasmissione della politica monetaria e a rendere più efficaci gli sforzi tesi a raggiungere l’obiettivo del Consiglio direttivo”, rimarca la Bce nel release odierno.
Boe più aggressiva della Bce, alza i tassi in Gran Bretagna
Sempre oggi la Bank of England (BoE) ha annunciato di aver alzato i tassi principali di riferimento del Regno Unito per la seconda volta consecutiva.
La stretta monetaria è stata di 25 punti base e ha portato il livello dei tassi allo 0,50% dal precedente 0,25%.
La Commissione di politica monetaria dell’istituzione UK ha anche deciso di iniziare a smobilizzare il pacchetto di stimoli monetari da 895 miliardi di sterline, lanciato come bazooka per arginare le conseguenze economiche della pandemia Covid.
Il voto sui tassi non è stato unanime: sui 9 componenti della commissione, quattro, ovvero Dave Ramsden, Catherine Mann, Jonathan Haskel e Michael Saunders avrebbero preferito una stretta più importante, pari a 50 punti base, che avrebbe portato il costo del denaro del Regno Unito allo 0,75%.