ROMA (WSI) – I tassi di interesse troppo bassi rischiano di alimentare bolle di asset. Lo ha detto Francois Villeroy de Galhau, governatore della Banca di Francia e neo membro del Consiglio direttivo della Bce , nell’aprire un convegno per l’addio al suo predecessore Christian Noyer, che si sta tenendo a Parigi.
Presenti anche Christine Lagarde, numero uno del Fondo Monetario Internazionale, che ha affermato che “buone condizioni economiche dei mercati emergenti sono vitali per i paesi avanzati”. Aggiungendo:
“L’85% conta!”
A prendere la parola anche Sheila Bair, numero uno del Consiglio dei Rischi sistemici, che ha lanciato un allarme sulla possibilità di nuovi problemi per i mercati. Bair ha fatto notare che di norma gli Stati onorano i loro debiti durante i periodi di ripresa dell’economia. Nella situazione attuale, invece, il ricorso ai prestiti non sta facendo altro che aumentare.
“Il debito governativo è esploso. Temo che la prossima volta avremo esaurito tutte le munizioni”.
Tornando alla Bce, il successore di Noyer ha sottolineato che tassi estremamente bassi per un periodo di tempo troppo lungo rappresentano una:
“fonte di preoccupazione per i banchieri centrali“, in quanto “possono essere alla base di una cattiva allocazione delle risorse o della nascita di bolle”. Precisamente: “mantenere i tassi di interesse a livelli troppo bassi può portare alla prossima crisi finanziaria, dal momento che l’abituarsi a una condizione di liquidità molto ampia e una elevata propensione al rischio possono tradursi nella formazione di ‘bolle’ e in instabilità finanziaria“.
Alla fine, insomma:
“rimanere a livelli troppo bassi per un periodo di tempo troppo lungo può rivelarsi controproducente”.
Il banchiere ha tenuto a precisare che, è “chiaramente ancora molto lontano” per l’Eurozona il momento in cui la Bce deciderà di uscire dalla politica monetaria di tassi molto bassi. Detto questo, un appello è stato lanciato affinché l’istituto guidato da Mario Draghi sia innovativo, nel momento in cui sarà necessario adottare una politica monetaria restrittiva.
Villeroy de Galhau ha confermato che la Bce ha gli strumenti necessari per riportare il tasso di inflazione al target del 2%, facendo riferimento sia agli acquisti di asset che alla possibilità di ulteriori tagli dei tassi di interesse.
Il funzionario ha ammesso che l’inflazione è di fatto rimasta troppo bassa, per troppo tempo, nonostante l’ampio raggio di azione della Bce.