Gli investimenti alternativi, a partire dal private equity, acquisiranno un peso sempre più rilevante nei portafogli degli asset manager globali. Secondo il report “Global Asset Management 2020 – Protect, Adapt and Innovate”, elaborato dal Boston Consulting Group, gli investimenti alternativi rappresentavano, nel 2019, il 16% di tutti gli asset in gestione globali. Una percentuale destinata a salire al 17% nel 2024 e alla quale corrisponderà il 49% dei ricavi complessivi.
“Il fattore chiave alla base di questa crescita”, si legge nel report, “è la domanda degli investitori di performance elevate, non correlate, premi di illiquidità e altri profili di ritorno non tradizionali, dal momento che le istituzioni di tutto il mondo stanno affrontando la sfida di un divario crescente tra attività e passività”, hanno scritto gli analisti di Bcg.
Sarà, in particolare la quota del private equity ad accrescere il suo peso nei portafogli “alternativi”: se nel 2019 tale quota era del 31%, essa salirà al 35% nel 2024. Contemporaneamente scenderà la componente relativa agli hedge funds, dal 23 al 20%. Si tratta di tendenze ormai consolidate negli anni: nel 2003 la quota di private equity era del 24% (7 punti in meno rispetto ai livelli del 2019), mentre quella relativa agli hedge funds arrivava al 30% (7 punti in più dai livelli attuali).
Il declino degli hedge funds
I ritorni complessivi degli hedge funds “nell’ultimo decennio hanno sottoperformato l’S&P ogni anno. Prevediamo una crescita degli asset in gestione per gli hedge fund dell’1% annuo fino al 2024, mentre la crescita dei ricavi dovrebbe comprimersi ulteriormente”, ha scritto Bcg, “di conseguenza, è probabile che le imprese con prestazioni inferiori si trovino ad affrontare
rimborsi e deflussi”.
La crescita del private equity
Per quanto riguarda, invece, il private equity, il discorso si ribalta:
“Nonostante le commissioni elevate e la sua illiquidità, gli investitori si sono riversati sui fondi di private equity in cerca di prestazioni migliori della media del mercato e accesso ai premi di illiquidità”, hanno affermato gli autori del report. “I gestori di fondi hanno rispettato le attese: le classi di attività private hanno sovraperformato i mercati pubblici in tutto il mondo negli ultimi due decenni, e i manager hanno creato uno registro storico fatto di legittimità e competenza”.
“Di qui in avanti c’è da aspettarsi una domanda sostenuta” per il private equity, “nonostante le cautele crescenti da parte degli investitori”.