Pur precisando che non c’è alcun rischio specifico al momento, il governo del Belgio ha proposto la distribuzione gratuita alla popolazione di pillole allo iodio in caso di incidente a una centrale nucleare. Nell’ambito di una nuova politica di sicurezza nucleare, ogni cittadino belga potrà andare in farmacia e ottenere compresse allo iodio gratuitamente.
Le autorità sottolineano di voler implementare il piano per proteggere la salute pubblica dei suoi 11 milioni di cittadini nel caso in cui si verifichi un incidente o una situazione di emergenza nei suoi stabilimenti di energia nucleare più datati. In Belgio sono presenti sette impianti nucleari: quattro sono situati a Doel, vicino ad Anversa nella parte fiamminga del paese, e tre a Liegi, nella regione della Vallonia.
Il governo ha anche lanciato un sito Internet disponibile nelle lingue ufficiali del paese per comunicare alla popolazione quali sono le misure da intraprendere nel caso di emergenza. Il ministro belga degli Interni, Jan Jambon, ha fatto sapere che le autorità si sono limitare a informare in modo appropriato i cittadini e che i piani hanno uno scopo di prevenzione.
Le farmacie intervistate dai media belgi dicono di aver iniziato a ricevere 4,5 milioni di scatole da dieci compresse allo iodio, che aiutano a ridurre i danni provocati alla tiroide dall’esposizione alle radiazioni nucleari.
I problemi agli impianti (fuoriuscite, sabotaggi e altri incidenti simili) preoccupano non solo il Belgio ma anche i paesi confinanti. Negli ultimi anni i Paesi Bassi, il Lussemburgo e la Germania hanno detto di essere preoccupati per lo stato delle centrali nucleari belghe. Due anni fa in Olanda il governo ha ordinato che venissero distribuite ai cittadini che vivono al confine con il Belgio milioni di pillole allo iodo.
Anche in Svizzera sono in vigore misure simili. Le compresse di ioduro di potassio, ingerite conformemente alle prescrizioni delle autorità, permettono di evitare che lo iodio radioattivo inalato attraverso le vie respiratorie si accumuli nella tiroide. Così si può ridurre sensibilmente l’assorbimento radioattivo nella tiroide.