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Benefit aziendali: i 10 più richiesti dai lavoratori in tempo di pandemia

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Il rinnovo del contratto dei metalmeccanici, che ha interessato circa 1,5 milioni di dipendenti, oltre a formazione digitale, cultura della sicurezza e condivisione di esperienze virtuose, ha posto l’attenzione sull’importanza dei benefit aziendali, in particolare confermando l’erogazione di 200 euro l’anno di strumenti welfare.

Una conferma che garantirà a questi lavoratori benefici e porterà vantaggi fiscali per le aziende.
Ma quali sono gli strumenti welfare preferiti dai lavoratori per affrontare questi mesi difficili? A rispondere a questa domanda che dà un vero e proprio polso della situazione sociale e psicologica dei lavorati nel pieno della emergenza sanitaria, ci ha pensato una ricerca condotta da Harris Interactive per Sodexo su un campione di 4.897 dipendenti da 8 paesi tra cui l’Italia.
Dai risultati di questa indagine è interessante notare come le preferenze di lavoratori – in epoca di pandemia – stiano cambiando o comunque si stiano evolvendo verso strumenti immediati, smart contraddistinti da flessibilità, libertà di scelta, semplicità di utilizzo e velocità.
Al primo posto dei servizi di walfare troviamo infatti i premi immediati (grado di apprezzamento 34%), seguiti da quelli legati al food & beverage (24%), dai benefit finanziari e dalla possibilità di lavorare in smart working (entrambi a pari merito al 23%) e dai voucher per il pranzo (22%).

Chiudono la top 10 dell’indagine sui benefit più desiderati la richiesta di assistenza medica privata (21%), la sovvenzione per i trasporti pubblici, i benefit per la salute psico-fisica, i programmi di formazione e i benefit a lungo termine (tutti al 20%); a seguire l’auto aziendale (13%), i servizi per i bambini (11%) e la carta di credito aziendale (10%).
Davanti a questa ricerca, ora per grandi aziende e PMI del settore entrano in gioco le contrattazioni dei benefit messi a disposizione, al fine di individuare quelli più apprezzati e sostenibili.

L’importanza di puntare sui flexible benefit, intesi come prodotti che migliorano la propria qualità di vita, può risultare utile anche per evitare la fuga di talenti: da una recente ricerca di Eagle Hill Consulting pubblicata da Human Resource Executive è infatti emerso come il 58% dei dipendenti stia lavorando in condizioni di burnout e che addirittura uno su 4 stia pianificando di lasciare l’azienda. Da qui l’importanza e l’attenzione verso questa tipologia di servizi per il lavoratore.

Benefit aziendali, la classifica varia tra estate e autunno

La nuova classifica dei benefit più richiesti dei lavoratori in tempo di pandemia muove un po’ i valori in campo, soprattutto se si paragonano le variazioni tra le rilevazioni estive e quelle legate al post ondata autunnale.

I premi a breve termine hanno mantenuto il primo gradino del podio ma al contempo hanno perso 3 punti percentuali, mentre la possibilità di lavorare da casa ha perso addirittura il 4% dei consensi rispetto all’estate 2020, passando dal secondo al quarto posto della top 10, calo che ha coinvolto anche i benefit legati alla salute e al benessere che, perdendo 3 punti percentuali, sono passati dalla quarta all’ottava posizione della classifica. In crescita invece i buoni pasto (+2%), i percorsi di formazione (+2%) e la carta di credito aziendale (+2%).