A margine dei funerali di stato di Silvio Berlusconi che si sono tenuti nel Duomo di Milano abbiamo incontrato Sestino Giacomoni che per 30 anni si è occupato di questioni economiche in FI e per 20 anni è stato al fianco di Berlusconi, come suo assistente prima e parlamentare di Forza Italia poi per 4 legislature.
Giacomoni, che ricordo ha di Silvio Berlusconi?
“Silvio Berlusconi è stato un numero uno in tutto quello che ha fatto, in campo imprenditoriale, politico e dello sport. Per descriverlo bisognerà creare un termine nuovo che va oltre il fuoriclasse, perché il fuoriclasse eccelle in un campo, lui in tutti quelli a cui si è dedicato. Ovunque si è applicato ha primeggiato. Il segreto del suo successo si può sintetizzare con: lavoro, lavoro, lavoro. L’ho sempre visto lavorare. Berlusconi non improvvisava mai, si preparava per gli appuntamenti e studiava i dossier che gli sottoponevamo e sottolineava con un evidenziatore arancione o con la sua penna ‘Tratto Clip’ le parti che riteneva più significative. La sua agenda era molto fitta, teneva in media 10-15 incontri al giorno e al termine di ognuno li spuntava con una grossa v sull’agenda, non si alzava dalla scrivania di palazzo Grazioli se non aveva concluso tutti gli impegni fissati.
Ma quello che faceva veramente la differenza in lui erano la sua umanità e la sua semplicità. Trattava tutti allo stesso modo e questo lo rendeva un personaggio carismatico. Non dimenticava nessun dettaglio, in occasione dei compleanni dei suoi collaboratori chiamava sempre per fare gli auguri di persona”.
Cosa rimarrà di Berlusconi in campo economico e politico?
“Berlusconi è stato un maestro per tutti, ha insegnato tanto a tanti. Il suo lascito in economia e politica è immenso perché ha cambiato in bene il Paese.
Nel settore dell’edilizia ha costruito alle porte di Milano due quartieri innovativi che vengono ancora studiati dagli urbanisti mentre gli altri immobiliaristi, negli anni ’70, si limitavano ad edificare palazzoni senza anima.
Poi, grazie alle sue televisioni ha permesso alle Pmi italiane di farsi conoscere, di crescere grazie alla pubblicità e di diventare delle medie grandi aziende attive anche su scala internazionale.
In politica ha dato vita ad uno schieramento moderato e moderno di centro destra e questo poi ha contribuito anche alla nascita del centro sinistra.
Il bipolarismo in Italia l’ha creato lui.
Infine nello sport, sotto la sua presidenza il Milan è stata la squadra che ha vinto più coppe nella storia dei club ed il Monza dopo oltre 100 anni è arrivato in serie A”.
Ci può raccontare qualche aneddoto della vostra attività svolta insieme?
“Durante la campagna elettorale del 2005, prima di un faccia a faccia con l’allora leader del centro sinistra Romano Prodi gli chiesi, mentre eravamo in auto correndo tra un impegno e l’altro, se lavorava di più come imprenditore o come politico. Mi rispose che non lo avrebbe mai ammesso in pubblico, ma non c’era paragone perché mentre come imprenditore poteva prendersi delle pause, come politico lavorava H 24 perché la cosa pubblica richiede sempre molto impegno e dedizione.
Tra le cose che più mi hanno colpito del Presidente c’era il legame molto forte con mamma Rosa. La chiamava tutte le sere e la rassicurava sempre. Anche nei momenti più difficili Berlusconi non perdeva mai il buon umore, era molto ironico ma soprattutto autoironico e questa era la sua vera forza!”