Berlusconi rinviato per eccesso di ribasso: -47,52% i suoi voti di preferenza. Lo choc del PDL
Preferenze dimezzate rispetto al 2006 per il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, alle elezioni per il comune di Milano. Berlusconi, capolista Pdl, ha raccolto 27.972 voti, poco piu’ della meta’ rispetto alle 53.297 di cinque anni fa (per l’esattezza: -47,52%, un crollo che in borsa, se Berlusconi fosse un titolo quotato, equivarrebbe a un crollo epocale con una valanga di ordini sell su tutti i fronti, scatto dei circuit breakers sul mercato azionario per arginare il calo e sospensione delle contrattazioni a tempo indeterminato). Lo stesso premier aveva indicato in 53.000 preferenze l’obiettivo minimo da raggiungere. Considerando che il Pdl ha raccolto 171mila voti, Berlusconi ha avuto la preferenza del 16,3% degli elettori del proprio partito. Berlusconi rimane comunque il candidato piu’ votato tra tutti quelli che si sono presentati. Alle sue spalle Stefano Boeri (Pd) a cui sono andati 12.861 voti personali.
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Il Pdl crolla a Milano e tra le macerie finisce anche l’obiettivo del presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, di raggiungere le 53.577 preferenze raccolte nel 2006: il premier si deve accontentare di poco più della metà (27.972). Sabato 7 maggio, intervenendo a Milano alla manifestazione del Pdl per la Moratti, Berlusconi aveva dichiarato di avere come obiettivo minimo le 53mila preferenze raccolte alle ultime comunali: “Se alle prossime elezioni prendo meno di 53mila preferenze – aveva scherzato – tutta la sinistra mi fa il funerale. Funerali in tutte le piazze”. Con il 28,75 per cento dei consensi il più importante partito del centrodestra resta il più votato in città, è vero, ma è la vittima più illustre del deludente risultato di Letizia Moratti: in un anno ha perso quasi 8 punti (era al 36 per cento alle regionali) e ben 12 dalle scorse comunali, quando Fi e An totalizzarono il 40,9 per cento.
Nella gara delle preferenze il vicesindaco Riccardo De Corato resta il secondo più votato (5.786 voti), seguito dal cielllino Carlo Masseroli con 3.406. Deludente il risultato di Marco Osnato: il pupillo del ministro Ignazio La Russa approderà in consiglio comunale, ma come nono con appena 1.651 preferenze. Il risultato di De Corato appare ancor più opaco se paragonato a quello del suo eterno rivale, il leghista Matteo Salvini, che lo ha distaccato di 4mila preferenze (8.913). Del resto l’elettorato del Carroccio ha concentrato tutte le preferenze proprio sull’eurodeputato, visto che il secondo eletto, Max Bastoni, ne ha raggranellate appena 602. Eppure anche la Lega con il suo 9,64 per cento ha poco da gioire: rispetto al 2006 ha sì triplicato i voti (era al 3,8), ma a Milano è arretrata di cinque punti rispetto alle regionali di un anno fa.
Sul fronte opposto l’architetto Stefano Boeri, sconfitto da Giuliano Pisapia alle primarie, si afferma non solo come il più votato dopo Berlusconi (12.861), ma anche come il candidato che trascina il Pd a un risultato senza precedenti. Con un 28,64 per cento i democratici hanno guadagnato due punti dal 2010 e quasi sei dalle scorse comunali. A fare incetta di voti fra i democratici, dopo Boeri, sono il giovane Pierfrancesco Maran, sponsorizzato da Filippo Penati, l’ex verde Carlo Monguzzi e Pierfrancesco Majorino. Sugli scudi anche Sel (4,7 per cento) e il cartello delle sinistre (3,1), che confermano i voti presi dall’ala radicale nel 2006 ma a cui si aggiunge la buona performance della lista civica di Pisapia (3,86%). Al palo invece i dipietristi dell’Idv (2,54 per cento), che in un anno perdono a Milano cinque punti, e i radicali (1,72 per cento).
Nel Terzo polo la palma di più votato va al centrista Pasquale Salvatore, anche se potrebbe avere più chance di entrare in consiglio Sara Giudice, l’anti-Minetti, visto il miglior risultato della lista civica di Fli e Api (2,69 per cento) rispetto all’Udc (1,9). Sul fronte delle preferenze i candidati più chiacchierati o dai nomi più roboanti si sono rivelati generalmente dall’appeal elettorale poco incisivo. Pessimo il risultato di Roberto Lassini (Pdl), l’autore dei manifesti anti-pm (872 voti); lo storico leader radicale Marco Pannella ha recuperato 58 voti, la cantante Ornella Vanoni, in corsa per Letizia Moratti, ne ha presi 36.
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Ferrara: “Monologo Berlusconi ha stufato”
“Il monologo di Berlusconi ha stufato gli italiani”. Lo ha detto Giuliano Ferrara nel corso di ‘Porta a porta’, lamentando che il premier avrebbe trascurato la necessità di parlare con gli italiani, con il popolo. Quanto a Milano, “Berlusconi ha perso, è chiarissimo. C’è stata campagna elettorale sbagliata, cominciata con il caso Lassini e proseguita con la diffamazione della Moratti, non seguita da scuse, cosa gravissima per i milanesi”.