di Sandro Occhilupo (DECALIA Muse)
In sella! Questa esortazione, fatta poco più di un anno fa, si è rivelata profetica. Tanto che la domanda di biciclette elettriche sta attualmente superando ampiamente la capacità produttiva disponibile, costringendo gli aspiranti acquirenti ad attendere mesi prima di poter girare per le vie della città – o andare per strade sterrate e sentieri di montagna.
Bici elettriche, un mercato in forte crescita
Il mercato delle e-bike, che già l’anno scorso ha raggiunto la dimensione considerevole di 24 miliardi di dollari, si prevede crescerà ad un ritmo a doppia cifra per i prossimi cinque anni. La pandemia ha certamente dato una spinta, in quanto la bicicletta è servita sia come modalità di trasporto “socialmente distante”, sia come gradito sfogo energetico in un mondo costretto al confinamento, ma i trend secolari erano già consolidati.
Le questioni ambientali, il sostegno politico, i crescenti problemi di congestione del traffico, i desideri di svago all’aperto, le nuove applicazioni aziendali (ad es. l’utilizzo di cargo bike) e, naturalmente, le innovazioni tecnologiche, sono i fattori principali dietro la straordinaria crescita delle vendite di e-bike nell’ultimo decennio. E questo vale per tutte le aree geografiche, con la Cina che probabilmente offre il potenziale maggiore per il futuro. Lì il ciclismo non è ancora un’attività sportiva diffusa e gli aspetti riguardanti la salute ottengono sempre maggiore importanza.
Ma ciò che sta realmente muovendo il mercato in questo momento è l’offerta, non la domanda. E su questo lato l’impatto del Covid è stato notevole. I container sono diventati notoriamente scarsi quest’anno, con il blocco del canale di Suez a marzo (tradizionalmente il periodo dell’anno in cui i rivenditori riforniscono i loro magazzini in vista della stagione ciclistica europea) che non ha fatto altro che aggravare il problema.
Infatti, si stima che due delle più importanti rotte marittime di Shimano passino attraverso il canale di Suez, contribuendo al 40-45% dei ricavi. E poi ci sono le restrizioni sanitarie imposte dai governi agli impianti di produzione. Le autorità malesi, ad esempio, hanno costretto le fabbriche locali ad operare solo al 60% della capacità durante i primi 10 giorni di giugno, prima di passare ad un vero e proprio lockdown. Non si conosce esattamente la quota di produzione di Shimano proveniente dalla Malesia, ma potrebbe essere pari ad un non trascurabile 20%.
Citiamo Shimano per la sua indiscutibile posizione di forza all’interno della catena di fornitura di biciclette. Ma non è certamente sola in questo ecosistema fiorente. Altri produttori di componenti che potranno trarre beneficio sono SRAM e Fox, per esempio. E poi ci sono i produttori/assemblatori di motori e batterie per e-bike, come Bosch, Brose, Panasonic, Samsung SDI, LG Chem, BMZ, Liv Cycling o Simplo Technology Group, così come i fornitori di attrezzature e protezioni.
A livello di marchi, numerose sono le aziende – quotate o meno – che si contendono la leadership di un mercato ancora molto frammentato: Giant, Merida, KMC, Acell, Kona, Cannondale, Trek ecc. nel segmento delle bici tradizionali e Frietzmeier Systems, Riese & Muller, Yamaha, Stromer ecc. in quello delle e-bike.
Infine, ma non meno importanti, le società di distribuzione e quelle che stanno sviluppando piattaforme di bike sharing meritano di essere seguite.
Come si dice: “La bicicletta è una soluzione semplice ad alcuni dei problemi più complicati del mondo”. Essa si inserisce certamente in una visione rinnovata di come lavoriamo e giochiamo. Il pendolarismo sta diventando un’esperienza completamente nuova e le frontiere all’aperto si stanno ampliando, portando benefici ambientali e per la salute, naturalmente, ma anche interessanti opportunità per gli investitori.