La pandemia del Covid-19 ha interrotto, almeno per il momento, una delle più ferree tradizioni dell’élite economico-finanziaria: la riunione del Gruppo Bilderberg. Il meeting a porte chiuse nato nel 1954, spesso al centro di investigazioni e teorie del complotto, si tiene abitualmente fra la fine di maggio e l’inizio di giugno. Quest’anno il sito ufficiale del Bilderberg, che informa sulla lista dei partecipanti, sulla location, sugli argomenti e sulla data delle riunioni non è stato ancora aggiornato. L’unico avviso, del tutto ovvio, è che “l’incontro è stato posposto”.
Ad alimentare l’idea che i colloqui del Bilderberg possano avere una qualche influenza sul corso degli eventi è la qualità degli invitati: top manager, ministri delle Finanze, accademici e leader politici (che in gran parte cambiano ogni anno).
Ma anche il vincolo di riservatezza sottoscritto dai partecipanti: nessuno può rivelare i contenuti delle discussioni – inclusi i selezionati giornalisti invitati a partecipare. Ufficialmente, i microfoni spenti servono a incoraggiare un confronto più franco fra i partecipanti, svincolandoli dalle posizioni assunte pubblicamente in precedenza.
In Italia si è tornati a chiacchierare di Bilderberg anche perché uno dei frequentatori ricorrenti del forum riservato, Mario Monti, si è spinto a definire gli Stati Generali organizzati in questi giorni dal governo (a porte chiuse) come “il Bildeberg dei 5 Stelle”.
“Avendo abbracciato la via delle porte chiuse, forse bisognerebbe imitare Bilderberg sul piano della qualità e della rapidità del dibattito”, ha dichiarato ieri il senatore ed ex premier in collegamento con la trasmissione Agorà su Rai3. Qualche giorno prima, il 12 giugno, lo stesso Monti aveva affermato, ospite su La7: “Gli Stati generali? Si potrebbero definire la Bilderberg dei 5 Stelle, direi io”. Ad intervistarlo, peraltro, era Lilli Gruber, più volte invitata all’elitario meeting – inclusa nell’ultima edizione tenutasi in Svizzera nel 2019.
Chi partecipa al summit
Benché non vi sia alcun comunicato ufficiale a confermarlo, anche la popolare fashion blogger Chiara Ferragni sarebbe stata invitata a partecipare a un’edizione del Bilderberg. A raccontarlo è stato il marito, Fedez, secondo il quale la Ferragni avrebbe rinunciato a partecipare, in seguito alle sue pressioni: “Una volta ho litigato con Chiara per colpa del Bilderberg. L’avevano invitata e io le ho detto di non andare. Mi sembra una di quelle cose verso cui io sono contro, un circolo elitario dove persone si scambiano confidenze. Non è un posto dove si tramano le cose brutte del mondo, però ci sono anche dei gran banchieri e delle grandi personalità”, aveva raccontato su Twitch.
L’ultima edizione dell’incontro la “delegazione” italiana vedeva per la prima volta la partecipazione di Matteo Renzi. In merito, il senatore aveva affermato nella sua enews: “Altro che complotti e logge internazionali: un luogo di alta discussione, di confronti su intelligenza artificiale e cybersecurity, rapporti con la Cina e conquista dello spazio, futuro dell’Europa e relazioni con gli Stati Uniti. Purtroppo siamo sommersi da banalità e pregiudizi: se solo si potesse discutere di cose serie, anche in Italia”.
Ad aver offerto uno dei più dettagliati resoconti dall’interno sullo svolgimento delle riunioni del Bilderberg è stato l’allora vicedirettore del Fatto Quotidiano, Stefano Feltri, ora direttore del nascente giornale Domani. Al termine della sua partecipazione nel 2019 aveva affermato in un suo articolo: “Quella che dall’esterno pare segretezza, da dentro risulta assenza di distrazioni e formalità. Manager, primi ministri e accademici che di norma non hanno cinque minuti per una telefonata, per un intero weekend si dedicano a riflessioni ad ampio spettro e incontri con persone che mai avrebbero incrociato altrove. La ‘selezione all’ingresso’ dovrebbe garantire che non sarà tempo sprecato. Di complotti, io non ne ho visti”.