“Un mercato toro non è in programma”.
Così William Gross, detto Bill Gross, ex chief investment officer di Pacific Investment Management Co., nel suo outlook sugli investimenti, riferendosi al mercato obbligazionario. L’avvertimento del re del bond stride con l’ottimismo di numerosi investitori, che si aspettano un rally dei titoli obbligazionari in seguito alle speculazioni sulla possibilità che la Federal Reserve interrompa la sua politica monetaria restrittiva dopo un ulteriore rialzo dei tassi questa settimana. I rendimenti dei bond decennali intanto sono scesi a circa il 3,8%, dal massimo di quest’anno del 4,1% stabilito all’inizio di luglio, dopo un’inflazione Usa più debole del previsto. Vediamo i tre motivi del pessimismo di Gross sulle obbligazioni.
I 3 motivi del pessimismo di Gross
Pressione sull’offerta di bond
In un momento in cui la Fed sta vendendo i bond nel suo portafoglio, l’offerta sul mercato obbligazionario è sotto pressione a causa dell’aumento vertiginoso del deficit pubblico. Quest’ultimo infatti, sebbene sceso da oltre 3 mila miliardi a oltre mille miliardi, è ancora su livelli ben superiori al periodo della Grande Recessione.
La spinta della Bce
La Bce dovrà proseguire con i rialzi dei tassi per tenere l’inflazione sotto controllo. Ciò implica che eserciterà una pressione al rialzo sui rendimenti Usa.
I rendimenti storici
Infine, Gross ha evidenziato che i rendimenti obbligazionari a 10 anni storicamente sono superiori di oltre 140 punti base al tasso sui Fed fund, per il fenomeno noto come “premio al termine”.
“Mentre il mercato attende una futura politica di allentamento della Fed, gli obbligazionisti sperimenteranno un mercato orso continuo, con implicazioni negative anche per le azioni“, ha concluso Gross.