New York – Tanti avrebbero potuto essere i finali alternativi all’operazione che ha portato all’uccisione di Osama bin Laden. La maniera in cui sono andate le cose durante e dopo il blitz non e’ infatti che uno solo dei modi possibili in cui poteva evolversi la situazione sul campo.
Gli Stati Uniti avevano preparato nel dettaglio la strategia da mettere in atto nel caso in cui si fossero trovati a dover affrontare imprevisti che consideravano realistici, come ad esempio la cattura di bin Laden da vivo (che molti avrebbero preferito all’uccisione a freddo) o l’opposizione dell’esercito pakistano.
Sul New York Times emergono nnuovi dettagli sull’operazione, diffusi dalla Casa Bianca. Durante il blitz due team di specialisti erano in attesa: uno pronto a seppellire bin Laden nel caso in cui fosse stato ucciso, come in effetti è avvenuto, l’altro composto da avvocati, interpreti e membri dell’intelligence nel caso in cui fosse stato catturato vivo. Quest’ultimo team si trovava a bordo di una nave della Marina americana, molto probabilmente la Carl Vinson nel nord del Mar Arabico.
Inoltre, gli Stati Uniti erano pronti a combattere contro le forze militari pakistane: era stato lo stesso presidente Barack Obama a insistere che la squadra che guidava l’assalto fosse rinforzata dalla presenza di altri due gruppi militari per rispondere a un eventuale attacco. Uno scontro di questo tipo avrebbe naturalmente reso i rapporti tra i due stati ancora più difficili di quanto non siano adesso.
a pianificazione dell’intervento dimostra quanto poco gli Stati Uniti si fidassero dell’intelligence pakistana. Il piano originale prevedeva che due elicotteri d’assalto americani restassero in attesa sul confine con l’Afghanistan e intervenissero solo in caso di difficoltà.
Ma in quel caso sarebbero rimasti a circa 90 minuti di volo da Abbottabad e così Obama, dieci giorni prima dell’operazione, ha deciso di cambiare programma e fare pressioni sui suoi comandanti perché rafforzassero le forze militari che affiancavano i Navy SEALs. Ne è scaturita la decisione di mandare altri due elicotteri con a bordo altri due team d’assalto pronti a intervenire in caso di necessità. «Vista la difficoltà delle nostre relazioni con il Pakistan, il presidente non voleva lasciare niente al caso», ha detto uno dei funzionari della Casa Bianca che ha preferito restare anonimo.