Società

BIPOP: PERCHE’ IL TITOLO SCENDE?

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

Bipop Carire oggi ha toccato i minimi dal 1998, scendendo anche al di sotto delle quotazioni post-attentati di settembre.

Il titolo viaggia su perdite dell’1,82% a €1,51, ma nel corso della giornata è arrivato anche a €1,475.

Ciò avviene dopo il passaggio della controllata Azimut al fondo inglese Apax Partners, uno dei principali gruppi internazionali di investimento in venture capital e private equity, e dopo la presentazione, nei giorni scorsi, del piano industriale di Banca di Roma con cui Bipop Carire sembra destinata a fondersi.

Wall Street Italia ha chiesto a due analisti il motivo di questo calo.

Dice Mario Spreafico, direttore degli investimenti di Popolare Lodi – Fondicri: “Alla luce del piano industriale il mercato ritiene che i maggiori vantaggi li avrà Banca di Roma, anche se Bipop Carire resta, comunque, una bella realtà sul fronte del retail banking e del risparmio gestito; inoltre, ora che ha perso l’appeal della contendibilità, è ovvio aspettarsi che il titolo Bipop Carire torni verso i valori fondamentali, intorno a €1,50-€1,60”.

Silvia Benzi, analista di Rasfin, aggiunge un altro elemento di riflessione, condiviso anche da altri operatori interpellati da Wall Street Italia e che hanno tuttavia chiesto di non essere citati.

Benzi ricorda che a breve termine la Consob, Commissione di controllo per le società e la borsa, dovrà esprimersi sull’obbligo o meno per Banca di Roma di lanciare un’opa sulla totalità del capitale di Bipop Carire, visto che supererà la quota del 30% nella banca bresciana.

“Il mercato è propenso a credere che la Commissione si avvarrà dell’articolo 49 del regolamento Consob per permettere a Banca di Roma di ovviare alla obbligatorietà dell’opa”.

L’articolo 49 dice, in sostanza, che non c’è obbligo di opa se il consiglio di amministrazione della banca oggetto di acquisizione approva l’integrazione ammettendo esigenze di ristrutturazione aziendale.

Questo significa, continua l’analista, “che Banca di Roma pagherà non più sulla base della media di prezzo di mercato segnato da Bipop Carire negli ultimi dodici mesi, bensì sulla base del prezzo di mercato attuale o per meglio dire sul potere negoziale relativo alle due banche”.

Tanto per capire: negli ultimi dodici mesi il prezzo di Bipop Carire ha fatto l’altalena tra un minimo di €1,50 e un massimo di €7,9.

In altre parole, se la quotazione di mercato di Bipop Carire scende (come avviene in questi giorni) e quella di Banca di Roma sale (come pure sta avvenendo), Banca di Roma diventa più forte e vede abbassarsi il rapporto di prezzo con Bipop Carire, cosa che le permetterà di pagare di meno per acquisire la banca bresciana.

“In caso di mancata opa obbligatoria, a rimetterci – dice ancora Benzi a Wall Street Italia – saranno gli azionisti di minoranza”.