Sembra un ritorno ai tempi della grande bolla, esplosa nel dicembre del 2017.
Il Bitcoin resta saldamente al di sopra di quota 10mila dollari, con un prezzo al momento attestato a quota 10.894. Difficile non notare come la capitalizzazione della criptovaluta, che in soli due giorni ha aggiunto 30 miliardi di dollari, sia esplosa a ridosso dell’annuncio ufficiale di Libra, la globalcoin di Facebook.
L’entusiasmo intorno al progetto del social network e dei suoi numerosi partner, però, avrebbe implicazioni molto forti soprattutto in India; dove è in atto il tentativo di una completa messa al bando delle criptovalute. L’affermazione di Libra, infatti, renderebbe più difficile il ban al Bitcoin e simili nel grande Paese, che più volte aveva definito le criptovalute dei grossi schemi Ponzi – delle truffe. Proprio a giugno un panel di esperti designati dal governo indiano avevano raccomandato la messa al bando del Bitcoin.
“Il rapporto del panel è uscito prima che Facebook annunciasse i suoi piani su Libra. Un gigante tecnologico che lanci una valuta di questo tipo fornisce un certo senso di legittimità”, ha detto a Quartz Nischal Shetty, amministratore delegato dell’exchange di criptovalute indiano WaxirX, “se Facebook ha intenzione di percorrere questa strada, allora altre società tecnologiche potrebbero seguirne l’esempio, è difficile credere che il governo dirà che anche queste grandi società sono coinvolte in uno schema Ponzi”.
Non è un caso quindi, che negli exchange indiani superstiti il Bitcoin sia scambiato con un premio consistente. “Gli investitori rialzisti credono che, nel caso Libra di Facebook diventasse un meccanismo di pagamento affidabile, le persone avranno anche più probabilità di fidarsi di Bitcoin come riserva di valore affidabile a lungo termine, un oro digitale”, ha detto Glen Goodman, autore de “II Crypto trader”.