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Bitcoin ha superato i 69.000 dollari per la prima volta nella sua storia. È successo durante la seduta di ieri, quando la regina delle criptovalute ha segnato 69.200 dollari. Il record precedente era di 68.982,20 dollari e risaliva al novembre 2021. Subito dopo aver toccato i massimi, sono scattate le vendite.
Nuovo massimo storico anche per l’oro: il prezzo del metallo giallo è balzato dell’1,27% a 2.145,40 dollari, superando il record assoluto di inizio dicembre quando aveva raggiunto 2.135,39 dollari l’oncia.
I fattori che muovono ciascun asset siano nettamente diversi: l’oro è da sempre considerato un bene rifugio, mentre il ruolo del Bitcoin è fortemente contestato. Quest’anno il Bitcoin è balzato di quasi il 50%, grazie agli afflussi nei fondi negoziati in borsa statunitensi di recente creazione che detengono direttamente la valuta digitale. Il rialzo dell’oro, tuttavia, potrebbe essere interpretato come un segnale di posizionamento difensivo sui rischi delle tensioni geopolitiche o di un possibile calo delle azioni globali sulla scia di una corsa da record.
Oro mai così prezioso
Dalla pandemia in poi l’oro, bene rifugio per eccellenza, ha vissuto anni di rinnovato interesse. Ma da qualche settimana l’interesse degli investitori per l’oro si è intensificato. Anche in parte per gli elevati rischi geopolitici, con gli attacchi alle navi nel Mar Rosso che mostrano l’escalation delle tensioni in Medio Oriente. Il rallentamento economico della Cina e le elezioni presidenziali americane di fine anno aumentano le incertezze e, di conseguenza, la volatilità.
Secondo Morgane Delle Donne, Head of Investment Strategy Europa di Global X,
“Il rally in corso dell’oro appare almeno in parte controintuitivo. Con le aspettative del mercato per i tagli dei tassi scese da 91 a 85 punti base per quest’anno, mentre la probabilità stimata dal mercato di un primo taglio a giugno è passata dal 68% di venerdì scorso al 60% di oggi, la tempistica di questo rally suggerisce che questo sia guidato da fattori diversi dalle sole aspettative sui tassi di interesse. Se si dimostrerà persistente, questo trend del metallo prezioso potrebbe segnalare un cambiamento degli investitori verso un sentiment risk-off, poiché coincide anche con un calo del rendimento del Tesoro a 10 anni dalla fine del mese scorso. Con la fine del Bank Term Funding Program (BTFP) della Fed l’11 marzo, che potrebbe mettere a dura prova il settore bancario statunitense, i mercati potrebbero essersi concentrati sempre di più sulla stabilità finanziaria degli Stati Uniti, stimolando una fuga verso la sicurezza. Allo stesso tempo, i rischi geopolitici rimangono elevati e il crescente pericolo di conflitti diretti nel Mar Rosso e in Russia potrebbe aver contribuito a questa flight-to-safety”.
A questo proposito, Ewa Manthey, analista nel comparto delle commodity presso Ing ha detto a Bloomberg di aspettarsi “che i prezzi dell’oro aumentino quest’anno poiché la domanda di beni rifugio continua a fornire supporto in un contesto geopolitico di incertezza con le guerre in corso e le imminenti elezioni statunitensi”.
Bitcoin, prese di beneficio dopo i record
Per quanto riguarda invece la corsa del Bitcoin, quest’ultimo è crollato poco dopo aver raggiunto un nuovo massimo storico per la prima volta in più di due anni. Il prezzo della criptovaluta ha raggiunto i 69.210 dollari martedì mattina, secondo Coin Metrics, ma poi ha rapidamente ripiegato. Le perdite si sono aggravate nel tardo pomeriggio. Questa mattina le quotazioni si muovono intorno ai 67 mila dollari. Tuttavia, con il bitcoin in piena corsa, gli investitori hanno avvertito che le cose potrebbero presto cambiare.
“Il mercato è posizionato per una forte correzione, probabilmente tra il 10% e il 20%”, ha dichiarato Ed Tolson, CEO e fondatore del fondo hedge di criptovalute Kbit, aggiungendo che “nei prossimi trimestri ci aspettiamo una buona performance del bitcoin, ma con forti correzioni lungo il percorso”.
Non tutti però sono d’accordo. Massimo Siano, Managing Director e responsabile per il Sud Europa di 21Shares, ha spiegato in una nota:
“Al di là delle contingenze che hanno innescato il rally, ciò che gli investitori si chiedono maggiormente è piuttosto se questo può proseguire. Per rispondere a questa domanda, è necessario osservare un indicatore “on-chain” fondamentale, ovvero lo score MVRV Z. Questo parametro fornisce informazioni sul posizionamento di mercato del Bitcoin, confrontando il suo valore di mercato attuale rispetto al suo valore realizzato (ottenuto attraverso il prezzo medio di tutti gli acquisti di BTC, tenendo conto del prezzo a cui ciascun Bitcoin è stato spostato l’ultima volta sulla blockchain e non del prezzo di mercato attuale). Storicamente, un “punteggio Z” elevato suggerisce una potenziale sopravvalutazione, mentre un punteggio basso suggerisce una sottovalutazione. Attualmente, lo MVRV Z si trova in un intervallo relativamente più basso rispetto ai livelli raggiunti da a marzo e a novembre del 2021, ciò implica che il Bitcoin è ancora visto come “un buon affare” dai player mercato”.