NEW YORK (WSI) – Più alta è la concentrazione di valute in mano a pochi investitori, più ci sarebbe da ponderare i rischi e stare alla guardia dalle anomalie. È il caso del Bitcoin.
A cento ricconi e speculatori fanno capo un totale di 2 milioni e 23 mila monete, il 20% circa delle 11 milioni e 12 mila a disposizione, per un valore complessivo di $110 milioni. È un chiaro segnale di scarsa affidabilità.
La moneta digitale (che nell’estate di due anni fa contava solo 40 mila unità in circolazione) ha fatto un boom notevole negli ultimi anni e ora vale circa 900 dollari dopo aver toccato il picco di mille dollari.
Il proprietario che ne detiene un numero maggiore sta accumulando posizioni progressivamente, anche se da febbraio 2013 non ha ancora fatto una mossa.
La concentrazione di Bitcoin è scesa rispetto ai massimi, ma è rimasta stabile negli ultimi mesi, come si vede nel grafico qui sotto.
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Nei giorni scorsi aveva fatto scalpore la notizia di un incremento dei casi di furto su Internet di monete digitali. Le rapine dai portafogli presenti sul Web sono in crescita. L’ultima vittima in ordine di tempo è stata BIPS: il servizio e-finanziario ha rivelato di aver subìto una grave violazione delle barriere di sicurezza, in conseguenza della quale si sono volatilizzati 1.295 Bitcoin per un valore di circa 775mila euro.
Gli sfortunati utenti coinvolti nell’accaduto sono ben 20mila, con perdite economiche variabili, anche di una certa consistenza. In un caso, un “risparmiatore” si è visto sottrarre Bitcoin per oltre 50mila euro in una serie di attacchi DDoS contro BIPS avvenuti tra il 15 e il 17 di novembre.
Il CEO Kris Henrickson ha provato a giustificare il fattaccio – che tra l’altro non prevede in alcun modo la restituzione delle somme sottratte, come osserva Punto Informatico – sottolineando come questo genere di attacchi non sia limitato al solo BIPS, consigliando inoltre di non usare i wallet online per archiviare grandi somme in Bitcoin.