Il Bitcoin non è altro che una “frode”, destinata a “fare una brutta fine”. La pensa così Jamie Dimon, Ceo di Jp Morgan, che, parlando a una conferenza organizzata da Barclays, ha risposto così a chi gli chiedeva se la banca che dirige avesse trader dedicati alla Bitcoin.
“Se avessimo trader che fanno trading di Bitcoin li licenzierei in un secondo” spiega senza giri di parole Dimon, specificando che “è contro le regole” della banca. Il Ceo di JP Morgan ha spiegato che Bitcoin può essere importante in paesi dove non ci sono altre opzioni o per i criminali o altri che cercano di nascondere come trasferiscono denaro.
”Se si è in Venezuela, in Ecuador o in Corea del Nord, se si è uno spacciatore o un assassino allora è meglio usare i bitcoin rispetto ai dollari. Quindi ci potrebbe essere un mercato, anche se limitato”.
Per spiegare il suo scetticismo Dimon ricorre alla metafora dei tulipani in Olanda nel 1600, quando gli speculatori fecero salire i prezzi dei bulbi dei tulipani a esorbitanti livelli. La storia non è poi finita bene. E per il bitcoin potrebbe essere lo stesso.
Dimon ritiene che le autorità non consentiranno alla valuta virtuale di esistere senza una supervisione: “Abbiamo visto la Cina, ai governi piace controllare la massa monetaria”, ha aggiunto riferendosi all’atteso divieto di Pechino sui Bitcoin.
La bocciatura di Dimon si fa subito sentire sulla valuta virtuale, con i prezzi del Bitcoin che ieri sono scesi al di sotto di un’area importante di supporto di 4.000 dollari. Ora il Bitcoin quota intorno ai 3.990 dollari, in calo del 21% dai massimi storici.