NEW YORK (WSI) – A inizio aprile valeva 145 dollari e poi cento dollari fino a qualche giorno fa. L’erogazione costante di valore della moneta virtuale ha spinto i prezzi in area 75 dollari, dove si trovano al momento.
Nel giro di appena un mese la cosidetta “critto-valuta” valeva il triplo di quanto non faccesse a inizio marzo, con la domanda che era letteralmente esplosa.
Il prezzo è tuttavia poi crollato del 50% nei tre mesi da aprile a luglio. Gli analisti hanno spiegato l’andamento altalenante con la perdita e poi riconquista di attrattiva delle materie prime “finite”, quali l’oro.
Il rapporto tra i due asset è inversamente proporzionale perché metalli preziosi e Bitcoin sono considerati entrambi beni sicuri in momenti di estrema incertezza come quello precedente il rimbalzo poderoso dei mercati azionari, in particolare Wall Street.
C’è però una sostanziale differenza tra oro e moneta virtuale. Negli Stati Uniti, per esempio, non c’e’ nessuna legge fiscale che ne regola il passaggio di proprieta’. Per il semplice fatto che fino ad ora nessuno si e’ mai posto il problema, dal momento che non ha mai avuto un valore elevato.
Ma c’e’ un altro problema: i Bitcoin non sono riconosciuti a livello internazionale e non circolano fisicamente, bensi’ sono scambiati su Internet. Nessun governo federale ne riconosce l’esistenza e chiunque voglia possedere una moneta virtuale non e’ protetto in alcun modo se i Bitcoin vengono rubati o vanno perduti.